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Israele: si dimette generale nel mirino per aver diffuso video di stupro
di Viola Fiore
Il massimo funzionario legale dell'esercito israeliano, la Maggior Generale Yifat Tomer-Yerushalmi, si è dimessa dalle Forze di Occupazione Israeliane (IOF) dopo aver ammesso la responsabilità della diffusione nel 2024 di un video di sorveglianza che denunciava gli abusi subiti da un detenuto palestinese nel centro di detenzione di Sde Teiman.
Si tratta del carcere tristemente famoso non solo per le testimonianze di abusi, ma per immagini che ritraggono il trattamento disumano dei prigionieri, oltre che il luogo di provenienza delle salme dei palestinesi restituite con mutilazioni e segni di abusi di ogni genere.
Le sue dimissioni giungono nel contesto di un'indagine penale sulla fuga di notizie, poiché il video mostrava soldati che picchiavano brutalmente un detenuto, nascondendo l'atto alle telecamere di sorveglianza con scudi antisommossa.
Tomer-Yerushalmi era in congedo dall'inizio di questa settimana, quando la polizia ha avviato un'indagine su come il filmato sia arrivato ai media. Si prevede che sarà interrogata con ammonizione nei prossimi giorni.
In una lettera di dimissioni consegnata al Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate IOF, Tenente Generale Eyal Zamir, Tomer-Yerushalmi ha scritto: "Ho approvato la diffusione di materiale ai media nel tentativo di contrastare la falsa propaganda rivolta contro le autorità militari preposte all'applicazione della legge... Mi assumo la piena responsabilità per qualsiasi materiale diffuso ai media dall'interno dell'unità".
Secondo quanto dichiarato dall'esercito, le sue dimissioni sono state accettate immediatamente e Zamir si è impegnato a nominare un sostituto per stabilizzare l'Ufficio dell'Avvocato Generale Militare.
La fuga di notizie in oggetto faceva parte di un'indagine più ampia sulle violazioni dei diritti umani nella struttura di Sde Teiman, dove "Israele" aveva detenuto oltre 1.000 palestinesi della Striscia di Gaza dall'inizio della guerra nel 2023.
Il filmato, trasmesso nell'agosto 2024, mostrava un detenuto sdraiato a faccia in giù prima di essere circondato da soldati che utilizzavano scudi antisommossa, dopodiché veniva rimosso dalla vista, picchiato selvaggiamente e abusato sessualmente. Successivamente veniva ricoverato in ospedale con ferite multiple gravi.
Cinque riservisti delle IOF sono stati incriminati per l'aggressione, avvenuta il 5 luglio 2024. L'incriminazione si basava su un'ampia documentazione visiva e referti medici ottenuti durante un'indagine della Polizia Militare.
Lo scandalo degli abusi di Sde Teiman ha suscitato indignazione tra gli osservatori dei diritti umani. Il centro di detenzione, istituito per detenere presunti militanti palestinesi durante la guerra a Gaza, è stato oggetto di crescenti accuse di maltrattamenti sistematici, tra cui l'uso di misure restrittive estreme, la negazione di cure mediche, percosse, abusi sessuali e punizioni arbitrarie.
L'indagine sulla fuga di notizie video è stata avviata in seguito al fallimento del test del poligrafo eseguito da un ufficiale dell'ufficio dell'Avvocato Generale Militare, ritenuto il suo portavoce. Sebbene non correlato al caso di Sde Teiman, il poligrafo ha sollevato sospetti sulla conoscenza della fuga di notizie.
Il nuovo capo dello Shin Bet, David Zini, avrebbe riferito i risultati al Capo di Stato Maggiore Zamir, che si sarebbe poi consultato con la Procuratrice Generale Gali Baharav-Miara (la magistrata della Corte Suprema invisa al governo). Ne è seguita un'indagine formale sulla fuga di notizie.
Il Ministro della Sicurezza Israel Katz ha pubblicamente sostenuto le dimissioni di Tomer-Yerushalmi e l'ha accusata di indebolire le Forze di Difesa Israeliane.
"Chiunque diffonda calunnie basate sul sangue contro i soldati delle IDF non è degno di indossare l'uniforme delle IDF", ha dichiarato Katz dopo le sue dimissioni. Ma come mostrano le immagini non si trattava di calunnie.
Peraltro lo stupro di prigionieri palestinesi non indigna gli israeliani, tanto da essere stato portato in discussione alla Knesset come misura da adottare, incontrando il favore di diversi deputati che non si sono fatti scrupolo di pronunciarsi davanti alle telecamere.
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