Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
31 ottobre 2025
tutti gli speciali

Coraggio di sopportare l'ostracismo
di Rossella Ahmad

Quello che sta accadendo a Francesca Albanese è ciò che accade a chiunque si ponga di traverso rispetto al sistema e sia ovviamente in una posizione di prestigio. Si chiama "character assassination", ed è l'attacco concentrico dei poteri che compongono l'ossatura del Sistema, di cui quello mediatico è il più subdolo ma il più efficace.

L'obiettivo è quello di danneggiare la reputazione della vittima e la sua credibilità attraverso insinuazioni malevole, attacchi deliberati, accuse infondate e personali, non di rado confezionate utilizzando informazioni manipolate e ricorrendo ad una ben consolidata macchina del fango, che non risparmia nulla nel tentativo di ridicolizzare la vittima. Neanche il ricorso al body shaming, tanto più facile quando la vittima designata sia una donna.

Osservo con desolazione dal giorno in cui sono state decise le sanzioni americane - primo e credo unico caso nella storia in cui sanzioni di stato vengano imposte ad un singolo individuo - l'incalzare di questa macchina del fango. Sempre più stringente, sempre più meschina, sempre più iperbolica.

Come se l'obiettivo reale dovesse essere raggiunto nel più breve tempo possibile e, per questo, sia necessaria l'azione frenetica di una centralina di comando che dal vertice giunge fino a Fragolina86 ed a tutta la zavorra social che amplificherà a dismisura l'ordine di partenza rendendolo virale, inarrestabile.

E no, la cosa più grave non è il body shaming. Alle battutacce ed al linguaggio grezzo che è oramai divenuto i il registro discorsivo e comportamentale della politica e del giornalismo ci abbiamo fatto l'abitudine. È body shaming quello di Paolo Mieli nei confronti di Souzan Fatayer. Siamo ancora tuttavia su un terreno di parità, in cui Mieli, dal basso della sua insipienza, insulta, e Souzan, dall'alto della sua classe, lo mette a tacere.

Nel caso di Francesca Albanese siamo altrove: in un terreno completamente minato, con uno squilibrio parossistico tra gli attori in campo, uno dei quali, quello che accentra in sé tutti i poteri immaginabili, è impegnato nella demolizione controllata dell'altro.

In questo contesto, definire Francesca Albanese "strega" non è fare del body shaming. È trasformare la critica politica in magia nera. È deridere l'avversario ed offrirlo in pasto alla propria claque perché ne faccia brandelli. È sostituire la politica con l'inquisizione. È la gogna mediatica che incombe su chiunque osi esigere il minimo sindacale di giustizia in Palestina.

È che tu fai i nomi ed i cognomi di aziende e stati che hanno partecipato a vario titolo al genocidio di Gaza e loro ti rispondono che è solo un incantesimo, e come fai tu a difenderti da questo continuo precipitare del logos , da questo piano completamente demenziale del discorso. Bisognerebbe essere come loro, la qual cosa atterrisce ben più di qualsiasi macchina del fango.

Sono tempi grami. Tutta la mia solidarietà a chi con coraggio riesce ad affrontare schifezze del genere, senza vacillare.

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale