Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
30 ottobre 2025
tutti gli speciali

Israele dietro la strage settaria in Siria
di Leandro Leggeri

Secondo un’inchiesta di The Cradle (“Costruire il caos: la mano di Tel Aviv nella strage settaria in Siria, 29 ottobre 2025), Israele avrebbe avuto un ruolo chiave nell’innescare la più sanguinosa carneficina settaria della Siria contemporanea, il massacro di oltre 1.500 civili alawiti sulla costa siriana lo scorso 7 marzo.

L’articolo, firmato dal corrispondente del giornale in Siria, sostiene che la strage — compiuta da milizie fedeli al presidente Ahmad al-Sharā‘a (Abū Muḥammad al-Julānī), ex leader di al-Qaeda — sarebbe stata il risultato calcolato di un’operazione israeliana volta a provocare una rivolta alawita, fornendo così al governo il pretesto per sterminare intere comunità.

Il piano, in linea con la storica “dottrina Yinon” sulla frammentazione degli Stati arabi, mirava a dividere la Siria in regioni etniche e confessionali deboli. Dopo la caduta di Bashar al-Assad nel dicembre 2024 e la presa di Damasco da parte di Hay’at Tahrir al-Shām (HTS), Tel Aviv avrebbe promosso — anche attraverso falsi video e “milizie fantasma” come la Coastal Shield Brigade — la narrazione di una insurrezione alawita, per giustificare un intervento punitivo di massa.

Fonti siriane citate da The Cradle parlano di una campagna orchestrata mediaticamente da Israele e amplificata da Al-Jazeera, con lo scopo di creare un’apparente sollevazione armata e scatenare le rappresaglie di Damasco. L’operazione, culminata nei massacri del 7 marzo, avrebbe lasciato migliaia di morti tra civili, donne e bambini in villaggi come Jableh, Baniyas e Latakia, senza che alcuna potenza esterna intervenisse.

Pochi giorni dopo, secondo l’articolo, l’emittente israeliana i24 News avrebbe pubblicato una presunta lettera di “leader alawiti” che invitava Netanyahu a “entrare in Siria per proteggerli”, un documento definito da analisti «fabbricato per legittimare la disgregazione del paese».

Un ex generale israeliano, Tamir Hayman, avrebbe infine ammesso alla radio dell’esercito che “questo caos in cui tutti combattono contro tutti [...] è, in una certa misura, positivo per Israele”.

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale