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Francesca Albanese, una donna tutta sola?
di Santina Sconza
Da Cape Town - Fino a che punto il diritto internazionale vale all'ONU? La battaglia di Francesca Albanese.
Francesca Albanese attaccata per la sua relazione online da Israele e dall'Italia.
Sarà non amata dai tutti i componenti dell'ONU, tuttavia la sua relazione è stata ascoltata in tutto il mondo.
Si vuol fare intendere che la giurista Albanese sia sola, in realtà non è così.
È stata invitata dalla Nelson Mandela Foundation in Sudafrica che ogni anno organizza vere e proprie lezioni e invita persone di spicco a guidare il dibattito
Un ciclo di conferenze per non dimenticare che oggi, come ieri, la cooperazione è fondamentale per far valere il diritto internazionale.
Quest'anno l'invito è per Francesca Albanese accolta sia all'università di Johannesburg e di Cape Town con entusiasmo dagli studenti e dalla popolazione.
Non dimentichiamo che il Sudafrica è stato il primo paese a presentare un’istanza formale alla Corte Internazionale di giustizia contro Israele nel dicembre 2023.
Ed è stato proprio il governo sudafricano ad accusare di genocidio il governo di Israele.
Francesca Albanese il 23 ottobre scorso ha spiegato come il colonialismo sia strutturato all’interno del sistema economico capitalista.
Nonostante le sanzioni punitive emesse dagli Stati Uniti, la relatrice italiana è stata accolta dal Sudafrica come una degna rappresentante dei popoli oppressi.
“L’Occidente è una minoranza rispetto a tutto il resto del mondo”, ha affermato la giurista durante la conferenza del 25 ottobre 2025.
E durante la lezione a Cape Town focalizzata sul ruolo delle Università nella Lotta per la liberazione, ha annunciato la presentazione di un nuovo report che accusa gli Stati complici di collaborazionismo.
Relazione che ha presentato collegata con i paesi dell'ONU online dal Sudafrica a causa delle sanzioni imposte contro di lei dall’amministrazione Trump.
Ha iniziato il suo intervento davanti alle delegazioni onorando le vittime e i sopravvissuti di tutti i genocidi, «compresi i nativi americani, in particolare il popolo Lenape, i primi custodi della terra su cui ora sorge la sede delle Nazioni Unite» a New York City.
“Mi trovo in Sudafrica perché, come esperta indipendente delle Nazioni Unite, non mi è permesso entrare a New York a causa di sanzioni illegali imposte semplicemente per aver svolto il mio mandato".
Nel suo report afferma che gli accordi firmati a Sharm El Sheikh il 13 ottobre 2025 non prevedono la sospensione di tutte le misure per negare deliberatamente i diritti e le libertà basilari ai palestinesi, Israele quindi continuerà a colonizzare il territorio palestinese. E ad applicare i trasferimenti forzati, la detenzione amministrativa, la tortura e le uccisioni illegali nel totale silenzio calato con l’arrivo della “pace in Medio Oriente”.
Con la tregua si cerca di far dimenticare il lavoro svolto da giuristi e figure istituzionali come Francesca Albanese, il ruolo delle organizzazioni internazionali create per tutelare il rispetto delle leggi rischierebbe di perdere autorevolezza e valore giuridico.
L’accusa di genocidio potrebbe non trasformarsi mai in una condanna. Se così fosse, non verranno mai arrestati i colpevoli. E Israele, supportato dagli Stati Uniti, continuerà a costruire colonie nei Territori occupati mentre a Gaza sorgerà la nuova “Dubai” palestinese.
Un documento della la Nelson Mandela dichiara: “In un’era di spese militari senza precedenti, l’aumento globale dei conflitti armati dimostra sempre più i legami tra affari, guerra e violazioni dei diritti umani.
Il rapporto Dall’economia dell’Occupazione all’economia del Genocidio individua decine di aziende nei settori della difesa, della tecnologia, della finanza e delle costruzioni legate alle operazioni in Israele e nei territori palestinesi occupati, che traggono profitto dalla distruzione mentre le persone perdono case, vite e mezzi di sussistenza”.
Fino al 7 ottobre 2025 Israele era accusato di genocidio. Dalla notte dell’8 ottobre 2025 oltre 200mila vittime – tra morti, feriti e dispersi secondo l’ex capo di Stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi, senza contare i 75 anni di colonizzazione precedenti – non compaiono più negli articoli giornalistici e nelle dichiarazioni politiche.
La denuncia dell'Albanese non si ferma a Israele. Colpisce anche gli Stati occidentali che, secondo lei, “hanno fornito armi, copertura diplomatica e sostegno politico” a una potenza che “si trova davanti a due corti internazionali per crimini di guerra.
“Il genocidio a Gaza – afferma – fa parte di un sistema internazionale di complicità. Gli Stati non devono assistere né fornire sostegno a crimini internazionali. Devono invece sospendere immediatamente i legami militari, economici e diplomatici con Israele fino alla cessazione dei crimini.”
Pochi minuti dopo il suo report l’ambasciatore israeliano Danny Danon prende la parola. “Avete cercato di maledire Israele con menzogne e odio, ma il vostro veleno è fallito,” dichiara, rivolgendosi direttamente ad Albanese. “Siete una strega, e questo rapporto è un’altra pagina del vostro libro di incantesimi. Avvolgete il vostro pregiudizio nel linguaggio della legge, sperando che nasconda ciò che è davvero: propaganda di Hamas.”
Il governo italiano, il Paese d’origine della Relatrice, ha scelto di prendere posizione contro di lei. Nel suo intervento ufficiale, l’ambasciatore Maurizio Massari ha definito il rapporto “del tutto privo di credibilità e imparzialità”.
“Il documento – ha detto – supera apertamente il mandato della Relatrice, che non prevede indagini su altri Stati né giudizi sulla cooperazione con la Corte penale internazionale”.
Massari ha poi ricordato che i titolari dei mandati delle Nazioni Unite devono “agire con moderazione, integrità e discrezione”. “Ci sono ampie prove pubbliche che dimostrano come la signora Albanese non possa essere considerata imparziale.
Credete davvero che questo rapporto contribuisca a una pace duratura o ad alleviare le sofferenze dei civili? Non sarebbe un tragico paradosso se l’ONU venisse percepita come un ostacolo alla pace invece che un suo promotore?”.
Albanese non ha risposto alla provocazione di Massari ma sollecitata dalle domande dei giornalisti – collegata sempre da Città del Capo – ha replicato con calma e durezza:
“L’Italia mostra un livello di immaturità politica che non ho riscontrato altrove.
L’intervento del suo ambasciatore è stato grottesco, perché non ha toccato nessuno dei contenuti del mio rapporto. Si è limitato ad accusarmi di fare politica.
Il governo italiano dovrebbe rispondere ai cittadini che chiedono di non essere complici, continuando a fornire armi a Israele nonostante la Corte Internazionale di Giustizia abbia riconosciuto il rischio di genocidio”.
Le domande che ci poniamo sono:
Per l'ONU vale ancora il diritto internazionale per tutti i popoli o è a corrente alternata?
Il segretario Guterres ha il coraggio di affrontare Trump e far sua la relazione dell'Albanese e dire una parola in sua difesa?
O continuerà a limitarsi a ricordare che i Relatori speciali “sono indipendenti e non parlano a nome del Segretario Generale”.
L'Albanese ha messo in luce che "l'ONU è diventata più debole, ma il diritto resta l’unica lingua possibile della giustizia”.
Perché coloro che dovrebbero difenderlo, sempre, lo fanno a corrente alternata?
Perché, per esempio, a Gaza gli USA e l’Italia non pretendono il rispetto della Carta ONU come è stata invocata per l'Ucraina dopo l'invasione russa.
Perché si lascia dopo la Tregua che Israele continui a bombardare?
I bombardamenti israeliani e i carri armati poche ore fa hanno colpito Gaza City, nel nord, e Khan Younis, nel sud della Striscia, hanno ucciso 9 palestinesi e 15 feriti.
Perché se c'è la tregua Netanyahu continua a massacrare i palestinesi?
La verità è che agli stati alleati con gli USA dà fastidio la voce della verità dell'Albanese non isolata all'ONU, ma soprattutto i popoli del mondo che continuano a manifestare nonostante quella ignobile parata a Sharm el-Sheikh che fungeva da pace tra i due stati Israele e Gaza con l'assenza dei due contendenti.
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