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21 ottobre 2025
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Violenza fascista sulle autostrade ma nessuno controlla
di Clara Statello

A causa dell'incapacità del ministro Salvini di assicurare al nostro Paese una rete ferroviaria adeguata (la linea Milano Roma via Bologna-Modena-Reggio è interrotta, sappiatelo), domenica sono stata costretta mio malgrado a raggiungere Reggio Emilia in auto da Terni, con tutta la famiglia.

Mentre guidavo, il mio compagno ha iniziato a cercare informazioni sulle partite, asserendo che avremmo potuto trovare traffico in autostrada a causa delle trasferte dei tifosi. A me sembrava un po' eccessivo, ma mi sono dovuta ricredere.

Verso l'una, abbiamo imbroccato l'autogrill a Sasso Marconi. Era letteralmente invaso dai tifosi della Lazio. Quelli fasci e brutti brutti. A parte che non ci stava manco spazio per lasciare l'auto, abbiamo convenuto che sarebbe stato un grosso problema avventurarci con un bambino di 8 anni in mezzo a quei ratti. Abbiamo proseguito per la successiva stazione di servizio.

Arrivati a Secchia, la situazione era di gran lunga peggiore. Per la stazione si muovevano vere e proprie SQUADRACCE, con simboli e magliette smaccatamente fasciste (che evidentemente possono entrare allo stadio, a differenza della falce e martello).

Abbiamo deciso di sgommare via. Lo avremmo fatto anche se non fossimo stati comunisti, c'era un evidente problema di ordine pubblico. Mentre la domenica le famiglie viaggiano per le gite fuori porta, autogrill e strade vengono invase da ultras dell' estrema destra fascista, organizzati e in gruppi.

In queste circostanze basta una parola, una scritta sulla maglietta, il colore della pelle un po' più scuro o semplicemente una sniffata di coca tagliata male (perché questi sono per buona parte cocainomani), per subire un' aggressione.

Mentre facevamo benzina, si è vista una sola volante della polizia, probabilmente come scorta degli ultras. Dubito che se fossero esplosi i disordini, due soli poliziotti avrebbero potuto reagire in maniera adeguata.

Insomma, non abbiamo potuto né mangiare né andare in bagno, con il bambino che piangeva perché aveva fame, a causa della libertà dei fascisti di prendere d'assalto in gruppi organizzati le stazioni di servizio sulla principale autostrada d'Italia.

Poche ore dopo, è arrivata la notizia dell'agguato contro un autobus, sempre da parte di una nota tifoseria fascista, quella del Rieti - anche se non riguardava il calcio ma il basket.

Una sassaiola in mezzo alla strada ha ucciso il secondo autista. Un uomo sulla via del pensionamento, "colpevole" soltanto di lavorare la domenica pomeriggio.

Poteva andare peggio: la pietra appuntita avrebbe potuto conficcarsi nel collo del primo autista, provocando un incidente e uccidendo molte più persone. Probabilmente famiglie che tornavano in auto dal week end, uomini donne e bambini che non hanno nulla a che vedere con le imbecilli guerre tra ultras.

Ci ritroviamo davanti ad una situazione scioccante: da un lato le forze dell'ordine che vengono utilizzate per sfrattare dei vecchi dalle loro case o per fare multe alla gente che va a lavoro, mentre le tifoserie fasciste sono libera di organizzare agguati in mezzo alla strada o di creare disagi nelle stazioni di servizio.

Dall'altra abbiamo una popolazione di mentecatti, guidati dai pifferai magici della stampa di regime, che piange per una vetrina rotta alla stazione di Milano o per gli scioperi dei lavoratori.

Quando la sicurezza stradale è minacciata dai topi di fogna con le sciarpe biancoazzurre o di altre curve dell' estrema destra, per i mentecatti pro-Meloni e pro-Israele va tutto bene.

I cestini della stazione di Milano, per questi disumani, valgono del parabrezza di un autobus e della vita di un lavoratore. Nessuna legge, nessuna censura, nessuna condanna, nessuna reazione ferma da parte delle autorità.

Qualcuno per caso sta facendo le prove per la marcia su Roma 2.0?

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