Andrea Malaguti contraddice i negazionisti di Gaza
di Paolo Mossetti

Presente all'incontro promosso da Renato Brunetta di cui vi ho parlato in questi giorni - evento commentato, se ci fate caso, in queste ore solo dagli "outsider" dell'informazione e mai dagli "integrati" che nei giorni scorsi hanno segnato con la penna blu ogni virgola sbagliata ad attivisti senza alcun potere - c'è spazio anche per Andrea Malaguti, bonario direttore de La Stampa, un moderato di centrosinistra.

Il quale, evidentemente, non aveva capito in quale contesto di radicalizzazione sarebbe finito.

Quando tocca a lui parlare, nel panel moderato da Stefano Parisi dell'Associazione Setteottobre, Malaguti è sconcertato:

«Mi ero preparato un discorso equilibrato, ma dopo un'ora non ce l'ho fatta. Sentire parlare di vergogna per il giornalismo (da Incoronata Boccia) mi sconvolge... Ho scoperto che siamo improvvisamente sul banco degli imputati... Ho scoperto di essere, nell'ordine: un simpatizzante di Hamas, un antisemita, di essere andato con la Flotilla a Gaza... [Ho fatto scrivere] persone come Bernard-Henri Lévy, come Assia Neumann Dayan, nipote di Moshe Dayan [sorride, ndR]... Se qui ci fosse uno di Hamas e ci ammazzassero tutti, vi sembrerebbe normale?... Noto che prima di questo intervento c'era l'unanimità».

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