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Venezuela: da dove arrivano Machado e Maduro
di Luca Deperi
Quando in Venezuela governavano i neoliberali filo statunitensi il papà della Machado era un magnate della siderurgia e si arricchì a dismisura. Nello stesso periodo la povertà assoluta del paese passò dall' 8% al 36%, salì dal 18% al 65% il tasso di povertà e si verificarono circa 100mila morti per indigenza.
È in questo contesto che i chavisti unendo popolo ed esercito, spirito patriottico e socialismo, presero il potere e lo tennero respingendo diversi tentativi di colpi di stato (sostenuti chissà da chi...).
Maduro, succeduto a Chavez nel 2013, ha proseguito nel disegno politico antimperialista volto a garantire la difesa dell'interesse nazionale e delle sue sterminate ricchezze.
Il Venezuela detiene infatti le maggiori riserve di petrolio al mondo e nonostante sanzioni unilaterali decise da USA e suoi scagnozzi riesce a garantire scolarizzazione e sanità a tutta la sua popolazione.
La Machado con il suo 3% di voti presi alle ultime elezioni, una politica estera che vanta un gemellaggio con il partito di Netanyahu e il sostegno manco a dirlo di quella statunitense, dopo la farsa del Nobel per la guerra fa il pieno di consensi tra i "migliori cervelli dell'Europa bene": dalla Picierno alla Boldrini è un turbinio di lodi per l'ennesima dama della politica mondiale.
La macelleria sociale che sta portando avanti Milei in Argentina è il "modello Thatcher" che l'occidente vorrebbe estendere al Venezuela, dove come detto c'è un'abbondanza di risorse primarie nel sottosuolo da papparsi mediante privatizzazioni.
Il Nobel si presenta come l'ennesima carta per tentare di sostenere un colpo di stato che per essere completato dovrà necessariamente passare per una guerra civile come recentemente avvenuto in tante Nazioni negli ultimi anni (Siria, Libia, Ucraina ecc.).
Rilevo che ormai da un pezzo in occidente non facciano neanche più finta di salvare le apparenze, il livello di infamità e ipocrisia geopolitica è innalzato alla luce del sole senza il minimo ritegno.
 
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