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Al mercato delle armi
di Francesco Dall'Aglio
Certo è incredibile come a volte le cose si mettono a posto da sole, e problemi apparentemente insolubili trovano soluzioni semplici e inaspettate.
Prendi la questione dei Tomahawk, per esempio. Va bene, un sistema certo non più nella sua prima giovinezza (nemmeno nella seconda), ma in possesso comunque di una serie di caratteristiche che continuano a renderlo interessante, soprattutto se, come nel caso ucraino, non hai nulla di meglio e hai già usato, senza poi troppo vantaggio, sistemi simili e anche più moderi come gli Storm Shadow, e aspetti sempre che arrivino i Taurus.
E quindi anche il Tomahawk va bene, anzi benissimo. Ha una testata di 500 kg di esplosivo (in alcune versioni anche con submunizioni a grappolo), arriva senza problemi a 1600 km, alcune versioni anche a 2500, anche se gli manca qualsiasi caratteristica stealth può volare talmente basso (anche 15 metri dal terreno) da compensare.
E soprattutto una volta lanciato riceve via satellite tutte le informazioni di cui ha bisogno e per tutta la durata del volo resta sempre in contatto con il Tactical Tomahawk Weapon Control System che può trovarsi ovunque, in Ucraina come negli USA, grazie al quale può cambiare rotta, cambiare bersaglio, restare in attesa (magari di un altro Tomahawk per un attacco combinato), e anche abortire la missione se il bersaglio non è più raggiungibile. Combinato col resto dell'intelligence di cui gli USA dispongono e che, a quanto abbiamo da poco appreso (ma lo sapevamo già) sono generosamente disposti a condividere, è un'arma che può creare un bel po' di problemi.
Ogni missile costa, oggi, più o meno 1.300.000 $, ma tanto chi dovrà usarli non paga il conto, quindi è un problema trascurabile. Non ce ne sono nemmeno moltissimi in giro, soprattutto delle ultime versioni.
Ne sono stati prodotti in tutto circa 9000, di cui 1/3 usati nei vari conflitti in cui gli USA sono stati impegnati (1000 solo in Iraq), e dei 6000 che restano la maggior parte è ormai arrivata a fine vita - il che, certo, renderebbe il loro invio in Ucraina una cosa conveniente, visto che ormai li devi buttare e così invece li comprano gli europei e li danno agli ucraini che li useranno per far danno ai russi, cosa che tu di certo non hai intenzione di fare da solo, con tutte le conseguenze del caso.
E vedi dunque come già due diverse necessità, una nuova superarma per rallegrare i NAFO e un modo per fare soldi da roba che tra un po' è destinata alla discarica, già possono armonizzarsi.
Purtroppo è un'arma che viene lanciata o da navi o da sottomarini, di cui l'Ucraina non dispone. Esiste anche un lanciatore terrestre, Il Typhon, ma è un sistema incredibilmente complesso, macchinoso e costoso - e soprattutto l'esercito USA dispone di 2 (due) batterie), con una terza in arrivo entro fine anno, e di certo non ha in progetto di mandarle in Ucraina, pure se gliele paghiamo nuove (sono nuove, le hanno appena messe in servizio).
Ma qui il libero mercato ci viene in soccorso.
In questi giorni (finisce domani) si sta tenendo il salone AUSA 2025, e la Oshkosh vi ha appena presentato la nuova famiglia di veicoli FMAV (link 1) chiamati X-MAV, M-MAV e L-MAV: ci interessa soprattutto l'X-MAV (foto 2) che dispone di un lanciatore da quattro Tomahawk sviluppato dalla Raytheon con sistema di controllo Forterra AutoDrive che riduce al minimo la necessità di personale (e quindi di addestramento).
Se mettiamo insieme l'annuncio della Oshkosh e l'annuncio del 7 ottobre della Forterra, che prometteva la piattaforma mobile di lancio DeepFires (anche questa sviluppata con Oshkosh e Raytheon) che dovrebbe poter lanciare un po' di tutto, i PAC-3 CRI/MSE che usano i Patriot, il nuovo JR-3 della Lockheed (serve come missile da esercitazione per gli HIMARS, a basso costo perché è riutilizzabile) e soprattutto i Tomahawk Block IV e V, quelli più moderni, ci rendiamo conto che c'è una grandissimo interesse a produrre lanciatori mobili per Tomahawk.
DeepFires per ora non si è visto (ma il salone finisce domani) e per vederlo in funzione passerà del tempo, mentre l'X-MAV dovrebbe essere già operativo. E quale migliore occasione di testarlo del teatro di guerra in Ucraina?
 
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