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Denazificare Israele
di Rosa Rinaldi
Continuano a parlare di questa tregua umanitaria così fragile e così contingente come di un "piano di pace", pace di cui personaggi discutibili come Salvini o Tajani (o la stessa Meloni) rivendicano la paternità.
Ma quale pace rivendicano?
Ma di cosa parlano?
Non si sono fermati i pogrom in Cisgiordania, anzi, sono aumentati in recrudescenza con attacchi feroci nei riguardi dei palestinesi impegnati nella raccolta delle olive.
E che dire della soluzione "due popoli, due Stati"? Pragmaticamente impossibile, visto che la Palestina non ha nessuna continuità territoriale.
E quella di uno Stato binazionale? Anche questa praticamente impossibile, visto l'odio profondo degli israeliani nei riguardi dei palestinesi, conseguenza di anni disumanizzazione scientifica
Scrivono ovunque che per costruire la pace è necessario de-radicalizzare la società palestinese.
Ma chi de-radicalizzerá la società israeliana?
Yaron Trax scrive una brillante riflessione in merito, partendo da commenti israeliani ad una foto che ritrae il corpo di un' anziana palestinese mangiata dai cani.
Scrive
(Traduzione)
"La denazificazione fu un’iniziativa delle potenze alleate dopo la Seconda Guerra Mondiale, volta a purificare i sistemi politici, culturali e educativi in Europa dall’ideologia nazista. Il processo comprendeva il processo ai criminali, lo smantellamento di istituzioni, la rieducazione, il controllo internazionale e l’istituzione di nuove strutture democratiche — con l’obiettivo di modificare le infrastrutture culturali e ideologiche che avevano portato ai crimini.
La chiamata alla denazificazione in Israele significa una richiesta di riforma profonda e radicale in tutti gli aspetti — politica, istituzioni, istruzione, discorso pubblico e coscienza nazionale — per smantellare ideologie di superiorità etnica e ricostruire un quadro di uguaglianza.
Sul piano politico-legale: scioglimento o restrizione di partiti e movimenti associati a razzismo estremo o a invocazioni di apartheid o genocidio, insieme alla modifica di leggi che fondano una gerarchia etnica (come la “Legge dello Stato-Nazione”).
Sul piano educativo-culturale: riforma del sistema scolastico per presentare la storia in modo più equilibrato e per criticare il trattamento riservato ai palestinesi, oltre a una lotta sistematica contro l’incitamento nei media e nel discorso pubblico.
A livello istituzionale: cambiamenti profondi nei sistemi di sicurezza, nella giustizia e nell’amministrazione per prevenire violazioni sistematiche dei diritti — eventualmente anche tramite supervisione internazionale o nuovi accordi sull’attività militare e di polizia.
Sul piano simbolico: sostituzione di simboli, cerimonie e linguaggio politico che rafforzano una coscienza di superiorità etnica, e costruzione di un nuovo racconto nazionale che riconosca i diritti e la sofferenza dei palestinesi."
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