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Australia: le proteste proPal non si fermano
di Marilina Mazzaferro
Decine di migliaia di australiani hanno partecipato a manifestazioni pro-palestinesi in tutte le principali città, chiedendo la fine dell'occupazione "israeliana" e condannando la devastazione umanitaria a Gaza, ha riportato Reuters domenica. La manifestazione più numerosa si è svolta nel quartiere centrale degli affari di Sydney, dove gli organizzatori hanno stimato un'affluenza di circa 30.000 persone.
Le proteste si sono svolte dopo che una sentenza del tribunale, all'inizio della settimana, ha impedito agli attivisti di organizzare il loro evento presso la Sydney Opera House, spingendo gli organizzatori a spostare la marcia nelle vie del centro città. Manifestazioni simili si sono svolte a Melbourne e in più di ventiquattro altre località in tutto il paese, secondo il Palestine Action Group, che ha coordinato le azioni. La polizia ha confermato che non sono stati effettuati arresti.
Le manifestazioni si sono svolte mentre le truppe israeliane iniziavano a ritirarsi da alcune zone di Gaza, nell'ambito della prima fase di un accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, che mira a porre fine alla guerra durata mesi che ha causato decine di migliaia di morti e devastato gran parte della Striscia.
"Anche se il cessate il fuoco dovesse reggere, Israele sta ancora conducendo un'occupazione militare di Gaza e della Cisgiordania", ha dichiarato a Reuters Amal Naser, una delle organizzatrici della manifestazione di Sydney. "L'occupazione e la discriminazione sistemica contro i palestinesi che vivono in Israele costituiscono un sistema di apartheid", ha aggiunto in una dichiarazione.
I filmati trasmessi dall'Australian Broadcasting Corporation mostrano manifestanti che sventolano bandiere palestinesi e indossano kefiah mentre marciano per le strade chiuse al traffico.
Le marce pro-palestinesi sono diventate un evento regolare in Australia da quando è scoppiato il genocidio di Gaza il 7 ottobre 2023. Da allora, il Ministero della Salute di Gaza ha segnalato oltre 67.000 palestinesi uccisi e devastazioni diffuse nella Striscia assediata, alimentando rabbia e movimenti di solidarietà in tutto il mondo.
Le manifestazioni seguono anche il riconoscimento formale dello Stato di Palestina da parte dell'Australia il 21 settembre 2025, un cambiamento politico storico che, secondo gli organizzatori, riflette il crescente sostegno pubblico all'autodeterminazione palestinese e la crescente frustrazione per la continua e crescente occupazione di terra palestinese da parte di Israele.
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