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Scontro tra il fascismo che avanza e l’umanità che resiste
di Alessandro Ferretti
I primi indizi di come i benpensanti si stanno sfilando dalle loro timide condanne del genocidio si sono manifestati ancor prima del cessate il fuoco, in occasione dell’anniversario del sette ottobre.
Su tante bacheche di risvegliati dell’ultima ora sono comparsi post per commemorare le vittime di quell’attacco, e fin qui niente di male, anzi. Chiunque abbia a cuore l’umanità non può che dispiacersi per tutte le vittime innocenti, di qualsiasi provenienza e latitudine e non c’è dubbio che il sette ottobre ce ne siano state tante.
Il problema è che in molti hanno pensato bene di aggiungere a questa commemorazione tutto l’armamentario criminalizzante della resistenza palestinese. Ad esempio, nonostante da ormai otto anni Hamas abbia cambiato il suo statuto eliminando ogni riferimento alla distruzione dello stato di Israele, si continua a mistificare deliberatamente la realtà insistendo a scrivere che Hamas “pretende di eliminare lo stato e il popolo ebreo”, riesumando per buona misura le balle plurismentite degli stupri di massa come arma di guerra, della decapitazione di decine di bambini etc.
Uno dei principali “talking point” dei benpensanti che donano la loro saggezza al mondo è proclamare stentoreamente che la Resistenza (maiuscolo) “non ammazza i civili”. Gente che non ha sperimentato neanche un millesimo delle sofferenze ininterrottamente subite dai palestinesi decenni ha la faccia tosta di declamare dal suo divano circondato da ogni comfort che l’attacco del sette ottobre è solo una folle manifestazione di ferocia antisemita.
Peraltro, sono spesso gli stessi che danno in escandescenze e invocano pene draconiane per mezz’ora di blocco del traffico: vorrei proprio vedere cosa si sentirebbero legittimati a fare se un esercito occupante rubasse la loro casa o ammazzasse impunemente tutta la loro famiglia.
Tanta idiozia e insipienza si spiega perfettamente quando si realizza quale sia lo scopo di queste invettive, ovvero quello di equiparare i crimini del sette ottobre con il genocidio che ne è seguito. Infatti, alla criminalizzazione assoluta della resistenza palestinese segue il concetto tanto caro al borghese privilegiato: la causa del prolungarsi della “guerra israelo-palestinese”, come amano chiamarla, non sta nel prolungarsi dell’occupazione e dell’apartheid, ma nella “cattiveria umana”.
Il problema, secondo questi miserabili cialtroni, è che da una parte e dall’altra c’è gente che “ama la guerra e la violenza”, che “non cerca tregue o mediazioni”. Epppure, chiunque abbia mezzo neurone ha visto come stia procedendo la mediazione degli accordi di Oslo, come in Cisgiordania (dove non c’è Hamas) lo stato israeliano continui imperterrito e impunito a vessare la popolazione palestinese in ogni modo possibile e immaginabile rubando loro la terra sotto gli occhi del mondo intero.
Quali motivi sono alla base di queste folli equiparazioni? Uno tra i tanti è che molti benpensanti non vedono l’ora che un qualsivoglia cessate il fuoco consenta loro di dichiarare “pari e patta” tra genocidari e genocidati. La loro tardiva condanna di Israele non era finalizzata ad aiutare i palestinesi, ma a trarsi d’impiccio dopo che fregarsene è diventato socialmente inaccettabile. Ora però non vedono l’ora di lavarsene le mani per tornare a dedicarsi all’unica cosa che li appassiona, ovvero gli affaracci loro.
Il che, peraltro, non sarebbe neanche così sconvolgente (si sa che le persone sinceramente interessate alla sorte dei loro simili sono, nella società attuale, una minoranza) se non fosse che questi poveretti hanno costantemente bisogno di sentirsi bravi e buoni per puntellare la loro autostima e sono infastiditi da ogni situazione che evidenzi la loro vera natura di egoisti autoreferenziali.
Quindi, ora si adopereranno per attaccare, delegittimare, travisare chi, con le sue azioni, evidenzia la loro ipocrisia per etichettarli come stupidi estremisti fiancheggiatori di Hamas e tornare così a rimirarsi allo specchio dicendosi “io sì che sono democratico, equidistante, moderato, ragionevole, meraviglioso”.
A questi ho solo una cosa da dire: non funzionerà. La questione palestinese è esplosa: in tutto il mondo ci sono ormai moltitudini determinate a far sì che il genocidio non rimanga impunito e che il popolo palestinese abbia libertà e giustizia. Queste persone sensibili ai valori universali che legano gli umani tra loro, che voi proprio non riuscite a capire perchè ve ne fregate di tutto fuorchè di voi stessi, non saranno forse una maggioranza in confronto a voi ipocriti e ignavi, ma sono attive e in gran parte lo resteranno. In questi due anni hanno fatto un enorme salto di consapevolezza e ora non sono più disposte a vivere quietamente in un mondo in cui i perpetratori di un genocidio la fanno franca e un intero popolo vittima di genocidio continua a venire schiacciato e oppresso come se nulla fosse.
Quindi, cari benpensanti, non vi illudete. Senza giustizia non può esserci pace, e questo vale tanto per la Palestina quanto per l’Occidente: nello scontro tra il fascismo che avanza e l’umanità che resiste nessuno potrà essere neutrale. A voi la scelta.
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