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Ma Colombo non era un santo
di Santina Sconza
Sali e storia per la Presidente Meloni.
La Presidente Meloni stava per svenire quando ha visto il video di Trump che firmava la reintroduzione della festa di Cristoforo Colombo negli USA e mentre affermava: "Siamo tornati, italiani! Noi amiamo gli italiani».
Appena si è ripresa ha scritto sui social 'la storia non si cancella', si Meloni la storia non si cancella epperò bisogna studiarla.
È ovvio che lei ringrazia il Presidente degli Stati Uniti per aver ribadito il legame antico che unisce le nostre due Nazioni e che entrambi intendete rafforzare, anche grazie al prezioso contributo dell’orgogliosa comunità italo-americana.
Si Presidente Meloni perché lei e Trump state governando così come fece Cristoforo Colombo quando fu eletto viceré dalla integralista cattolica regina di Spagna Isabella di Castiglia.
Si perché fu lei la cristianissima regina di Spagna a donare le tre caravelle la Nina, la Pinta e la Santa Maria a Cristoforo Colombo per scoprire nuove terre e nuove ricchezze, si quella Spagna che tanto odia Trump.
Isabella di Castiglia che era sempre in guerra e aveva bisogno di riempire i suoi forzieri, torturando il popolo ebraico e musulmano che voleva convertire al cattolicesimo inglobando le loro ricchezze.
Si ringrazi pure Trump per aver ripristinato il Columbus Day e per aver così ricordato che la storia non si cancella.
Perché Colombo non era altro che che un fanatico religioso ossessionato dalla conversione, dalla conquista e dallo sterminio di tutti gli infedeli, così come oggi siete ossessionati lei e Trump.
Di Colombo Scrisse Stannard in Olocausto americano «Sotto molti punti di vista, Colombo non fu altro che un'incarnazione attiva e teatrale della mente e dell'anima europea, e in particolare mediterranea, del suo tempo: un fanatico religioso ossessionato dalla conversione, dalla conquista o dallo sterminio di tutti gli infedeli; un crociato degli ultimi giorni in cerca di fama personale e ricchezza, che si aspettava che il mondo immenso e misterioso che aveva scoperto fosse pieno di razze mostruose che abitavano le foreste selvagge e di gente felice che viveva nell'Eden. Provava anche un'intolleranza e un disprezzo tale per tutto ciò che non appariva e non si comportava come lui, per chi non credeva in ciò che lui credeva, che pensò che fosse accettabile imprigionare, rendere schiavi e uccidere le persone che non erano come lui. Fu la personificazione secolare di ciò che più di mille anni di cultura cristiana avevano creato. A questo punto, il fatto che abbia dato avvio a una campagna di orribili violenze contro i nativi dell'isola di Hispaniola non dovrebbe più sorprendere nessuno. Piuttosto sarebbe sorprendente se "non" avesse inaugurato la carneficina.»
Colombo dopo il suo primo viaggio fu designato viceré delle Indie, al termine del suo terzo viaggio, alla Corte spagnola erano giunte accuse di tirannia e di incompetenza nei suoi riguardi.
La regina Isabella e il re Ferdinando risposero rimuovendo Colombo dalla sua carica, destituendolo dei propri poteri e rimpiazzandolo con Francisco de Bobadilla, un membro dell'Ordine di Calatrava.
Bobadilla venne immediatamente messo al corrente delle lamentele contro i tre fratelli Colombo: Cristoforo, Bartolomeo e Diego e registrò come regolarmente Colombo fece ricorso alla tortura e alla mutilazione come metodi per governare Hispaniola.
Il documento di Bobadilla descrive come Colombo sterminò una buona quantità di nativi dell'isola: prima diede luogo a una severa repressione in cui molti nativi rimasero uccisi, in seguito fece sfilare per le strade i loro corpi smembrati con l'intento di scoraggiare eventuali ribellioni.
Poi riferisce particolari agghiaccianti: ad esempio Colombo punì un uomo colpevole di furto facendogli tagliare orecchie e naso e quindi vendendolo come schiavo.
Amici e rivali della famiglia del viceré descrissero il governo di Colombo non dissimile da quello di un tiranno.
Prima di svenire o di andare in estasi, studi la storia Presidente, perché l'ignoranza non va bene per chi deve guidare una Repubblica democratica.
 
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