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Palestinesi non vedono l'ora di tornare a casa
di Leandro Leggeri
Secondo quanto riportato da Middle East Eye il 9 ottobre 2025, la popolazione di Gaza ha accolto con emozione e incredulità la notizia del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, annunciato dal presidente statunitense Donald Trump dopo due anni di guerra.
Nelle strade e nei campi per sfollati, tra le macerie e il rumore ancora persistente dei droni israeliani, migliaia di palestinesi hanno festeggiato la tregua, pur temendo che possa essere temporanea. “Siamo felici, ma abbiamo paura che ricominci”, ha detto Eyad al-Jeish, un uomo sfollato dal nord della Striscia, che ha promesso di “tornare e ricostruire Gaza con le proprie mani”.
Il 24enne Bashar Hamed, ex calciatore di Beit Hanoun, ha raccontato di voler tornare nella sua città distrutta: “Non vedo l’ora di tornare a casa e di rimettermi a giocare. Gaza è la mia vita, anche nella morte.”
Molti bambini, come la tredicenne Itidal Abu Halima, sognano solo di riprendere la scuola interrotta dai bombardamenti: “Ci manca studiare, ci manca la normalità.”
La testimonianza di Um Samer al-Nzeih, costretta a fuggire sette volte in due anni, riassume lo spirito di resistenza del popolo di Gaza: “Preferisco morire sulla mia terra piuttosto che lasciarla, anche solo per un giorno.”
Dopo oltre 67.000 morti e la distruzione quasi totale della Striscia, i palestinesi promettono di ricostruire e di non abbandonare mai la loro patria.
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