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10 ottobre 2025
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di Elisa Fontana

Prendiamo atto con grande giubilo, esultanza e tripudio che il governo italiano si è intestato parte del merito per il cessate il fuoco a Gaza (chiamarlo piano di pace mi pare davvero eccessivo, almeno per il momento) con le solite parole da una parte provocatorie e dall’altra rivelatrici del provincialismo di una classe politica inopinatamente proiettata su palcoscenici ben diversi dall’usuale Colle Oppio.

Meloni non si è trattenuta: “Straordinaria notizia. La pace si costruisce lavorando e non sventolando bandiere”. E così milioni di manifestanti in tutto il mondo siete sistemati da sora Giorgina, in uno splendido rovesciamento della realtà, perché persino Trump aveva capito che la misura dell’opinione pubblica mondiale era colma e che un segnale andava dato, ma per la presidenterrima è stato il suo governo ad essere la marcia in più e non chi fa chiasso sventolando bandiere.

Ma la megalomania non ha freni, si sa, ed eccola ancora felice e giuliva "Penso che dobbiamo essere orgogliosi del contributo silenzioso ma costante che l'Italia ha dato in tutta questa fase e chiaramente lo dico anche per ribadire che l'Italia è pronta a fare la sua parte, è pronta a contribuire alla stabilizzazione, alla ricostruzione, allo sviluppo di Gaza". Talmente silenzioso che ha proprio dato l’impressione di muta e servile complicità mentre i cari amici Donald e Bibi radevano al suolo Gaza con dentro i suoi abitanti, nel totale silenzio del nostro governo.

Ma la madre italiana non si tira indietro e continua imperterrita "Le immagini della popolazione di Gaza sono commoventi, dobbiamo festeggiare tutti…”. Siamo davvero tutti commossi della tua commozione, Giorgina cara, avremmo solo voluta vederla anche quando a Gaza non si festeggiava, ma si moriva bombardati, o operati senza anestesia, o mutilati, o di fame e sete. Ma la tua commozione in questi due anni non era riuscita a carburare, vero?

Però non voglio polemizzare con una presidente del Consiglio che ha lavorato così duramente per la pace, stando attenta a non farsi scoprire proprio da nessuno, non voglio polemizzare con una donna e madre così sensibile alla odierna gioia di Gaza. Assolutamente no.

Voglio solo fare una domanda a Giorgina, donna, madre e cristiana: ma come si spiega che tutto il lavoro silenziosissimo del governo italiano sia riuscito a contribuire ad una pace che sembrava impossibile a tutti e quel medesimo operoso, laborioso e silenzioso governo non riesce a riportare a casa Alberto Trentini detenuto in Venezuela da quasi un anno non si sa nemmeno perché?

Guardi presidenterrima, non pretendiamo che ce lo riportiate a casa con un volo di stato, perché Alberto non ha ammazzato o violentato nessuno per meritarselo, ma sono sicura che siamo disposti tutti a tassarci per riportarlo a casa. Occorrerebbe solo che qualcuno di voi decidesse finalmente di fare sul serio, perché, come al solito, non abbiamo l’anello al naso e sappiamo ancora discernere fra bieca e spudorata propaganda e la misera realtà.

Anche quell’altra madre, la madre di Alberto, che da quasi un anno lotta per il figlio e si appella invano a voi.

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