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Ebrei della mia famiglia sono antisionisti
di Luigi Quartucci
Ancora con la polemica su Liliana Segre e le sue dichiarazioni che a Gaza non c'è un genocidio.
Personalmente sulla questione dell'Olocausto sono sempre stato molto sensibile. Mia madre me ne parlò fin da bambino instillandomi l'orrore verso il nazismo, la lettura del Diario di Anna Frank e dei diari di altre vittime mi fece aprire gli occhi fin da allora.
Un giorno conobbi un ragazzo all'Università, del quale divenni amico e con cui iniziai a studiare. Dopo gli esami mi invitò a passare qualche giorno nella sua villa di campagna a Mantova, città che non avevo mai visitato prima.
Accettai e lui mi introdusse nella società mantovana. Scoprii così che Mantova era una città ad altissima presenza ebraica e che aveva sofferto tutti gli orrori dell'Olocausto sulla sua pelle.
Il mio amico stesso veniva da una famiglia in parte ebraica, come molti altri ragazzi che mi fece conoscere.
Una ragazza in particolare mi rimase appiccicata e lo è tutt'ora, mia moglie, il cui nonno era ebreo, fu deportato ad Auschwitz e non tornò mai più.
Conobbi la famiglia di sua madre, in gran parte ebrea, alcuni di loro parlavano l'Yddish e l'ebraico, un paio erano vissuti in Israele dopo la fine della guerra e ne erano fuggiti per l'atmosfera razzista che, a loro dire, pervadeva quella società.
Avevano tutti la stessa caratteristica, erano antisionisti, perciò malvisti dalla classe dirigente israeliana che li trattava persino peggio dei nazisti.
In tanti anni non ho mai sentito nessuno di loro difendere Israele e le sue politiche.
Perciò mi innervosisco come una belva se, quando critico il governo criminale di Israele, mi danno dell'antisemita.
Io non sono, non sono mai stato e mai sarò antisemita. Ma sono, sono sempre stato e sempre sarò antisionista.
I sionisti sono la feccia dell'ebraismo, i fanatici, i pazzi criminali, quelli del popolo eletto che deve distruggere tutti gli altri popoli, quelli per i quali la terra è loro perché gliel'ha regalata il loro dio e si sentono autorizzati a uccidere tutti gli altri esseri umani perché solo loro, il popolo eletto, hanno diritto di vivere.
Non so quali siano le opinioni della Segre sul sionismo. Per la verità non so molto neppure di lei, se non che fu deportata e sopravvisse ad Auschwitz. Ho nei suoi confronti la compassione che provo verso tutte le vittime di soprusi, siano esse ebrei o palestinesi o curdi o tibetani.
Ma il fatto di essere stato perseguitato, arrestato, torturato non trasforma la vittima in un evangelista i cui giudizi sono "parola di Dio".
La Segre dice che a Gaza non è un genocidio? Opinione sua, legittima, ma tutt'altro che verità rivelata.
Per me è e rimane un genocidio qualunque cosa pensi la Segre, o Bocchino, o Sechi. Le loro opinioni per me hanno la stessa consistenza di un filo di ragnatela, basta un soffio di vento per disperderle.
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