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07 ottobre 2025
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Medici olandesi candidano Dott. Hussam Abu Safiya al Nobel per la Pace
di Antonella Salamone

Amsterdam (QNN) - Un gruppo medico olandese ha candidato il Dott. Hussam Abu Safiya, pediatra palestinese rapito e direttore dell'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, al Premio Nobel per la Pace.

La candidatura è stata presentata da Medici per Gaza nei Paesi Bassi e annunciata da The Rights Forum, un'organizzazione olandese per i diritti umani.

Il Dott. Abu Safiya è diventato un simbolo di coraggio durante i mesi di assedio dell'ospedale Kamal Adwan, dove ha continuato a curare i civili feriti sotto gli incessanti bombardamenti israeliani.

Il figlio quindicenne di Abu Safiya, Ibrahim, è stato ucciso in un attacco di droni israeliani mirato a intimidirlo e a costringerlo a interrompere il suo lavoro, ma lui si è rifiutato di arrendersi.

È rimasto all'interno dell'ospedale assediato fino al suo rapimento da parte dei soldati israeliani. È stato usato come scudo umano prima di essere arrestato. Ora è detenuto senza processo nelle carceri israeliane, dove sono diffuse le segnalazioni di torture e negligenza medica.

Nella sua lettera aperta al Comitato Norvegese per il Nobel, Medici per Gaza ha descritto Abu Safiya come "un uomo di straordinario coraggio, incrollabile umanità e devozione verso i suoi pazienti". L'organizzazione ha affermato che la sua nomina "onora il sacrificio collettivo degli operatori sanitari palestinesi sotto attacco".

Israele ha ucciso più di 1.670 operatori sanitari a Gaza dall'inizio del genocidio. Ha anche rapito almeno 362 tra medici, infermieri e paramedici. Il Rights Forum ha aggiunto che riconoscere l'eroismo di Abu Safiya invierebbe "un messaggio di solidarietà a coloro che continuano a salvare vite umane in condizioni impossibili". La petizione a sostegno della sua nomina ha già raccolto quasi 34.000 firme.

Medici per Gaza ha invitato la comunità internazionale a sostenere la petizione e a fare pressione su Israele affinché rilasci immediatamente Abu Safiya.

"Il Dott. Abu Safiya e i suoi colleghi hanno continuato il loro lavoro salvavita nelle condizioni più estreme", ha affermato l'organizzazione. "La loro dedizione rappresenta un profondo atto di resistenza e compassione".

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