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07 ottobre 2025
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Onda anomala
di Rossella Ahmad

ελεύθερη Παλαιστίνη
Eléftheri Palestini

Così è stato accolto ad Atene ul drappello di coraggiosi che hanno sfidato il Potere in Sé - misantropico, violento, tracotante. Spietato. Tra essi Greta. Una ragazza di appena 22 anni.

Se il coraggio avesse un volto sarebbe il suo e quello di pochi altri. È una personalità Asperger. Ciò la rende dotata di brillante intelligenza e di una dedizione esclusiva a cause che ritiene importanti.

La sua condizione di neurodivergenza determina la sincerità, la caparbietà è l'ostinatezza con cui si dedica alle cause che sceglie di portare avanti. Ne ebbi piena coscienza quando la vidi manifestare quasi da sola, nel fatidico ottobre, contro un intero mondo che prendeva le distanze dalla Palestina e mentre le celebrità si posizionavano quasi tutte nel cantuccio più comodo, quello del potere.

Appena libera, ha reso immediatamente esplicito il suo pensiero: "la storia non sono io. La storia è il genocidio. La storia è Gaza. Potrei parlare per ore degli abusi che ci sono stati inflitti, ma mancherei il punto. Il punto sono i crimini che vengono commessi a Gaza, e l'erosione di un intero popolo davanti ai nostri occhi. Questa è la storia".

La storia siamo noi. È chi, prendendo posizioni inimmaginabili fino a poco tempo fa, sta operando senza neanche esserne consapevole per quell'intifada globale a cui aspiriamo da sempre. Con naturalezza. Perché si fa e perché è giusto.

Tutti i grandi rivolgimenti cominciano così. Senza fanfare. Con pochi individui che diventano poi masse sterminate e onde anomale.

Lo hanno mostrato plasticamente i manifestanti olandesi nel giorno della protesta. A centinaia di migliaia, nella città più simbolica, vestiti di rosso ad indicare una linea che tutti i governi europei hanno abbondantemente e vergognosamente superato e la loro tolleranza zero da questo momento in avanti. Una enorme macchia rossa che avanza e che vuole riprendere in mano il suo destino, indissolubilmente legato a quello di Gaza.

Si tratta di umanitarismo, certo, ma non soltanto di umanitarismo. C'è la consapevolezza profonda, quasi un' intuizione collettiva insperata, che Gaza sia un paradigma. Che, lungi dall'essere uno dei tanti drammi in cui si dibatte questa umanità, sia invece l'immagine del mondo prossimo venturo, simboleggiato dallo stivale militare che calpesta un volto umano.

Ciò che diciamo da sempre. Ciò che il mondo ha finalmente compreso e sta cercando di arginare, alla faccia dei restauratori dell'ordine costituito.

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