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Dissenso
di Rossella Ahmad
Torno ancora una volta su un argomento per me marginale rispetto alle questioni davvero importanti, ma se tutte le strade portano a Roma, tutti gli argomenti portano poi a Gaza.
Il dissenso. Questo mare magnum in cui è confluito ogni genere di paranoici e frustrati, che ha imbarcato ogni tipo di disagio esistenziale, di pura e semplice incultura, di conclamata propensione verso l'autoreferenzialità, di somma strafottenza verso qualsiasi cosa esuli dalla difesa del proprio orticello.
Anche le sue maschere sono cadute con Gaza, esattamente come quelle del governi occidentali, e ditemi voi cosa sia il dissenso la cui agenda improvvisamente coincide con quella del potere.
Una macchietta. Una tragica parodia. Un sentirsi fuori dal coro essendoci dentro con tutte le scarpe.
Vi spiego anche come agisce, questo dissenso ridanciano che ride su Gaza. Sulle manifestazioni. Sulla Flottilla. Sul pestaggio di Greta e degli attivisti da parte di un potere che il vero dissenso dovrebbe contrastare per definizione. Sui diritti umani contratti e negati. E ditemi ancora che dissenso sia quello che non difende i diritti di tutti dall'arbitrio del potere.
I dissidenti della domenica invece ridono. Postano commenti da analfabeti in cui si dicono soddisfatti delle botte di israele ai loro connazionali. Suggeriscono di farli marcire nelle galere colonialiste, esattamente come un giornalettaio - espressione conclamata del Sistema - suggeriva di fare con il corpo di Vittorio Arrigoni.
Il celebre dissenso alla Feltri. Alla Bruno Vespa, volendo.
Ridono finanche della pesca miracolosa dei gazawiti, una moltiplicazione di biblica memoria avvenuta mentre la marina dell'entità genocida era impegnata a sequestrare inermi cittadini in acque internazionali.
Parlano di fake news, loro, incapaci persino di contestualizzare un video.
Io, che non sono una boccalona, e che di ogni notizia, di ogni immagine e di ogni fotogramma analizzo dal primo elemento all'ultimo, ho chiesto ai diretti interessati. Ai gazawiti, cioè. Quelli che vedo ogni fine settimana , I quali confermano: la moltiplicazione dei pesci c'è stata, e te credo. Erano anni che israele impediva ai pescatori di gettare le reti in mare, e quel tratto di costa era letteralmente gonfio di pesci. Il pescato è stato così abbondante, conferma la madre dei gazawini, che il prezzo del pesce a Gaza è crollato.
Aspetto il momento - che giungerà certamente molto presto - in cui questi strambi dissidenti pro-sistema cominceranno a recriminare anche le cure che i nosocomi italiani stanno prestando ai bambini di Gaza, i pochi che riescono ad uscire da quell'inferno in terra.
Totalmente indifferenti verso un potere blindatosi in posizioni di privilegio che manco alla corte di re sole, fanno i forti coi deboli, nella migliore tradizione nostrana.
Infine: tranquillizzatevi. Il volo di rimpatrio dei nostri connazionali è stato generosamente offerto dalla Turkish Airways. I vostri soldi fateli magnare agli oligarchi che vi strozzano, e siatene soddisfatti.
Neanche gli schiaffi in faccia siete capaci di riconoscere.
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