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ONU boccia piano Trump: viola diritto internazionale
di Leandro Leggeri
Mentre i bombardamenti israeliani continuano a devastare la Striscia di Gaza, arriva la risposta di Hamas al piano di pace promosso da Donald Trump.
Un’apertura di principio — la disponibilità a liberare gli ostaggi israeliani e ad avviare un percorso di tregua — ma tutt’altro che una resa.
Il movimento palestinese accoglie alcuni punti del progetto, come lo scambio di prigionieri e l’ingresso di aiuti umanitari, ma rifiuta ogni ipotesi di disarmo unilaterale e pretende il ritiro completo di Israele dai territori occupati.
Intanto, una dura condanna arriva dalle Nazioni Unite.
Ventitré relatori speciali, due esperti indipendenti e tre gruppi di lavoro del Consiglio per i diritti umani hanno dichiarato che almeno 15 dei 20 punti del piano violano il diritto internazionale.
Secondo gli esperti, il progetto di Trump ignora il parere della Corte internazionale di giustizia, che impone la fine immediata dell’occupazione israeliana.
Nel documento ONU, si parla di un piano “coloniale e illegittimo”: la creazione di un “Consiglio di pace” guidato dagli Stati Uniti viene definita un’ingerenza diretta, mentre la prevista “forza internazionale di stabilizzazione” viene bollata come una nuova occupazione mascherata.
Gli esperti denunciano anche l’assenza di garanzie sul diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e criticano il cosiddetto “piano di sviluppo economico”, che rischia di trasformarsi in un nuovo strumento di sfruttamento delle risorse di Gaza.
Sul campo, la realtà è sempre più tragica: ospedali sotto assedio, comunicazioni interrotte, civili spinti verso presunte “zone umanitarie” che vengono bombardate ogni giorno. L’Unicef parla senza mezzi termini di una “farsa umanitaria”.
Ancora una volta, sotto il fuoco e tra le macerie, il popolo palestinese resiste, rivendicando non un privilegio, ma un diritto inalienabile: vivere libero sulla propria terra.
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