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03 ottobre 2025
tutti gli speciali

Contro la democrazia
di Elisa Fontana

Questo pezzo è dedicato a tutti quei commentatori “progressisti” che all’avvento del governo Meloni dichiararono compatti “ma no, non è il fascismo che è tornato, non sono fascisti!”.

Come ebbi modo di scrivere fin dal primo momento se qualcuno si aspettava le strade percorse da camion pieni di arditi, di fascisti che rincorrevano gli oppositori brandendo l’olio di ricino avevano in mente una caricatura del fascismo del Ventennio trasposto nel XXI secolo. Ma già il primissimo atto di questo governo ci indicava la strada del melonfascismo.

Tra tutti i serissimi problemi in cui si dibatteva l’Italia, fra la povertà sempre più pungente, il potere d’acquisto sempre più basso, l’inflazione che mordeva la vera preoccupazione del governo fu il decreto sui rave party. Ora è chiaro che loro per primi sapevano benissimo che non fosse davvero un problema o un’emergenza, ma era un segnale dritto e ben preciso ad amici e nemici (no, questa gente non ha avversari politici, solo nemici): siamo arrivati noi e con noi è finita l’epoca delle libertà, il nostro approccio sarà fermamente securitario e non ci sarà né tolleranza, né distrazione possibile dalla via indicata.

Questo è quello che ho sempre inteso quando dicevo che era tornato il fascismo, non certamente la macchietta dell’olio di ricino. E ne abbiamo avuto ampie controprove, fra ragazzi inermi picchiati nelle piazze, spedizioni punitive dentro le carceri , sottosegretari che godevano alla possibilità di togliere il respiro ai detenuti, il totale disconoscimento del ruolo dei sindacati, l’abnorme ricorso a decreti legge pur in presenza di una solidissima maggioranza, proprio per sottolineare lo spregio nei confronti del Parlamento e il riconoscimento de facto del premierato e dell’uomo solo al comando.

E l’eccitare le piazze contro i giudici, il presentare una riforma del potere giudiziario in cui l’opposizione non ha potuto infilare nemmeno una sillaba. Questo per me era ed è il fascismo di cui parlavo e parlo, non certo la macchietta degli arditi per strada.

E di discesa in discesa siamo arrivati a questi giorni in cui il fascismo è conclamato negli atti. Tralascio la inerte posizione supina sulle posizioni trumpiane e mi concentro sulla totale mancanza di qualunque iniziativa nei confronti di Israele a tutela di quegli attivisti che da tutto il mondo si sono diretti a Gaza per sollevare l’attenzione dormiente del mondo e cercare di aprire un corridoio umanitario permanente che potesse aiutare una popolazione CIVILE allo stremo.

Bene, ci sono state parole di dileggio nei confronti di questa iniziativa, ma non una sillaba contro Israele e il suo genocidio, poi una volta che Israele, con un chiaro atto di pirateria in acque internazionali, ha bloccato la Flotilla il moderatissimo e rispettosissimo delle leggi Tajani ci ha fatto sapere che “ il diritto internazionale è importante ma fino ad un certo punto”.

A seguire la cristianissima madre ha dichiarato maternamente che gli attivisti arrestati se vorranno rientrare si dovranno pagare il rimpatrio. E non contenta ha tenuto a far sapere urbi et orbi che proclamare uno sciopero di venerdì è solo un week end lungo che mal si concilia con la rivoluzione. Salvini è stato ancora più chiaro “Non permetteremo che Cgil ed estremisti di sinistra portino in Italia il caos. Non tollereremo nessuno sciopero generale improvviso".

Tiriamo qualche somma? Tentativo di mettere il potere giudiziario sotto la tutela dell’esecutivo, sdoganamento di atteggiamenti diciamo spensierati delle forze dell’ordine, totale scavalcamento del Parlamento e della sua funzione legislativa, dileggio, fastidio e minacce contro gli scioperi, totale immobilismo a tutela di attivisti considerati pericolosi comunisti, ma tutti questi atteggiamenti e posizioni come li vogliamo chiamare?

Davvero siete ancora alla ricerca dell’olio di ricino, cari opinionisti progressisti, da avere paura a dire che il fascismo è tornato? Cosa aspettate ancora, la marcia su Roma? Vi svelo una cosa: è già avvenuta e mentre voi attendete che i federali sfilino cantando “Giovinezza”, noi vedremo di non perderci a breve il ritorno dei black block.

A volte ritornano.

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