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Flotilla: parole indegne da Meloni
di Roberto Prinzi
L'imbarazzante Crosetto e quell'annuncio tragicocomico dato via mare: immagini di un governo sporco di sangue, di un Paese ancora una volta rivoltante nel suo avanspettacolo che con il suo imperialismo straccione prova a racimolare qualche briciola di legittimità internazionale sui corpi maciullati e arsi dei gazawi.
E poi l'incapacità della pseudo "opposizione" di dire qualcosa veramente di diverso, di parlare di Palestina e di oppressi (erano favorevoli anche loro alla "mediazione" e non rigettano con disprezzo il piano coloniale di "pace" di Trump). Loro che si erano subito stretti al pompiere Mattarella.
É il teatrino della politica dei palazzi che fingono di farsi guerra, ma che nella sostanza non differiscono.
E poi c'è il Paese reale, fatto di migliaia di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori, studenti che bloccano tutto, che si indignano, lacrime agli occhi o con rabbia, e scendono in piazza in massa perché sentono i palestinesi come fratelli e sorelle del Mediterraneo.
Non "poveracci" come li ha definiti con disprezzo razzista e orientalista il disgustoso Vespa.
Che poi non é solo l'Italia, ma é l'Europa intera. Alzi manganelli e arresti di massa, non li fermi. Anche in l'Asia le stesse scene: é il mondo intero, il grande paese reale. Con quella bandiera ad unire verde, rossa, bianca nera. Altro che inglese lingua internazionale.
La Palestina alberga non solo "dal fiume al mare", ma dentro ciascuno che ha sete di giustizia sociale.
La Palestina é mondo.
Per ogni palestinese ucciso, per ogni casa saltata in aria da Israele entrano altri mille che gridano "Free Palestine".
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