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Vigili del fuoco: togliere bandiere e striscioni pro pal non compito nostro
di Rita Newton
Striscioni a sostegno della Palestina e della Global Sumud Flotilla sono stati appesi ovunque nella città di Torino (come in altre) nelle ultime settimane. E così anche le bandiere palestinesi.
E' divenuta virale, a maggio scorso, la scena di un vigile del fuoco, chiamato a rimuovere una bandiera della Palestina dal monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto, in piazza San Carlo, nel cuore di Torino, l'aveva sì tolta, ma l'aveva poi sventolata per qualche momento dall'alto del piedistallo.
I vigili del fuoco, però, non ritengono che sia un loro compito e per questo, i loro rappresentanti sindacali di Cgil-Fp e Usb hanno inviato una lettera al comandante sottoponendo la questione.
Nella lettera, Nunzio De Nigris e Danilo Molinaro sottolineano che "la società civile del nostro Paese manifesta liberamente, come sancito e garantito dalla Costituzione Italiana, il proprio dissenso di fronte agli orrori della guerra".
Pertanto "sempre più sovente la sala operativa del Comando di Torino riceve richieste da parte delle forze dell’ordine per servizi di assistenza finalizzati alla rimozione di striscioni o similari".
Ma ai sindacati "non risulta che tale tipologia di intervento rientri tra le casistiche previste dagli ordinamenti in vigore, che rientrano piuttosto nell’ambito dell’ordine pubblico, in quanto il materiale da rimuovere non rappresenta un pericolo e non contiene scritte offensive per le istituzioni o per un singolo individuo".
Per giunta, "tale attività sottrae risorse al già scarno e insufficiente dispositivo di soccorso del comando" e, "a parere delle scriventi lede l’immagine del Cnvvf ed espone, inutilmente, il personale del Cnvvf, considerato il clima geopolitico che si è venuto a instaurare".
Quindi i rappresentanti sindacali chiedono "se e quali indicazioni siano state date ai responsabili di Guardia Provinciali in merito a queste tipologie di intervento e auspicano che le stesse non vengano più effettuate".
D'altronde, si sa, i vigili del fuoco sono coraggiosi e, forse perché spesso si cimentano nel salvataggio di vite umane, hanno chiare le priorità. Immagino pure che sia duro per chi salva le persone dagli incendi, vedere roghi con bambini sapendo cosa stanno soffrendo ma senza poter intervenire.
E non è la prima volta che i vigili mostrano le priorità alle autorità locali. Nel luglio 2020, a Genova, i vigili del fuoco si rifiutarono di aderire alla richiesta della polizia municipale di togliere dal palazzo dell'INPS uno striscione riportante la scritta "Nessuna strada sarà intitolata ai fascisti", che era stato installato da un coordinamento antifascista.
I vigili del fuoco, con una nota del loro sindacato di base, denunciarono "l'utilizzo improprio del Corpo per interventi che non riguardano la pubblica incolumità. Noi svolgiamo interventi tecnici di soccorso e vorremmo che il sindaco di Genova avesse ben chiaro questo concetto. Lo striscione non danneggiava l'edificio e non era pericolante, probabilmente infastidiva chi vuole rievocare periodi bui della nostra storia antifascista del Paese".
"Abbiamo un grande lavoro da svolgere nella nostra città - proseguiva la nota rivolgendosi all'amministrazione comunale - non distoglieteci in azioni che non riguardano la protezione dei nostri amati genovesi. Abbiamo altro da fare che togliere striscioni".
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