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30 settembre 2025
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7 ottobre: rapporto di esperti sfata le fake israeliane
di Rosa Rinaldi

La balla più colossale sul 7 ottobre è senza dubbio quella degli stupri di massa, tant'è che la maggior parte delle persone che oggi parlano di Hamas usano termini quali "stupratori tagliagole".

Non è una semplice balla questa, ma rientra nel più vasto paradigma coloniale che accusa gli oppressi dei delitti che commettono gli oppressori e in cui la sperequazione di forze permette che sia solo una la voce tonante che stabilisce la narrazione ufficiale. Questo è dimostrato da un nuovo rapporto della Sexual Violence Prevention Association, che paragona la propaganda razzista israeliana a quella contro gli afroamericani dell'era Jim Crow.

[nota: Jim.Crow: personaggio caricaturale usato per deridere discriminare gli afroamericani]

Il rapporto utilizza un quadro che il gruppo ha definito SORVO (Systemic Oppression, Reverse Victim and Offender): "una tattica impiegata dai gruppi oppressivi per usare come arma la violenza sessuale e le accuse ad essa collegate, per giustificare la loro oppressione".

Il rapporto descrive in dettaglio come Israele abbia creato una falsa narrazione sugli stupratori palestinesi, sia per nascondere la realtà degli stupri dei detenuti palestinesi da parte dei soldati israeliani, sia per giustificare il genocidio a Gaza. Tant'è che la Women's Center for Legal Aid and Counseling (WCLAC) ha osservato che i soldati israeliani si sentono incoraggiati a commettere atrocità contro i palestinesi a causa della copertura mediatica occidentale del 7 ottobre.

La cosa più drammatica che emerge da questo rapporto di 33 pagine (che vi invito a leggere) è che si tratta di un quadro non inaugurato dal 7 ottobre, ma ben precedente.

Per esempio, nel luglio 2023, un caso di una violenza nei confronti di una donna ebrea israeliana da parte di un palestinese si è trasformato in una nuova legge approvato dalla Knesset, che ha creato una categoria speciale di violenza sessuale: "aggressione sessuale e molestie sessuali commesse con "motivazioni nazionalistiche".

Questi crimini sono ora considerati "terrorismo sessuale", perseguibili ai sensi della legge sul terrorismo del 2016, che prevede l'ergastolo. Una vera e propria legge razziale, che considera diverso lo stupratore arabo dallo stupratore ebreo. E tenete conto che queste leggi razziali sono state introdotte nonostante la forte opposizione della stessa vittima (che ha poi denunciato altre violenze da parte di ebrei ortodossi) e di gruppi femministi.

Sarà per questo che è passata sotto traccia sui media occidentali la violenza sessuale subita dall' ex ostaggio di Hamas, Mia Schein, da parte del suo allenatore nonché noto influencer israeliano. E sarà per questo che molte delle false violenze sessuali denunciate il 7 ottobre sono state opera della ONG Zaka, fondata da uno stupratore seriale.

Il rapporto inoltre parla dell'immenso eco mediatico costruito intorno ai falsi stupri del 7 ottobre (come il famoso articolo del New York Times, "Scream without words", pieno di falsità), mentre vengono de-legittimati ("de-definer") i terribili casi di stupri nei confronti dei palestinesi.

Come quando gli israeliani sono scesi in piazza per chiedere la liberazione degli stupratori di Sde Teiman e Smotrich ha spostato l'attenzione parlando della gravità della fuoriuscita di notizie. Come se se il problema fosse stato quello...

O come quando - prima del 7 ottobre - un' Associazione ha denunciato gli stupri nei riguardi di un prigioniero palestinese minorenne, con il risultato di un'irruzione nei propri uffici e l'accusa di terrorismo (questo caso è stato riportato anche da Josh Paul, ex funzionario dimissionario di Stato americano, in una sua intervista).

Emerge un quadro terribile che rispecchia i vecchi paradigmi coloniali in cui un l' afroamericano dipinto come un rozzo stupratore violento serviva a nascondere le violenze invece che questo subiva.

E i palestinesi nelle carceri di violenze ne subiscono tantissime, in una maniera che è difficile anche da raccontare.

Un caso citato nel rapporto è quello del medico Mohammed Al-Ran: dopo il suo arresto, i soldati israeliani lo hanno spogliato fino alla biancheria intima, lo hanno bendato, gli hanno legato i polsi e lo hanno gettato nel retro di un camion sopra diversi altri uomini seminudi, prima di essere trasportati in una struttura in mezzo al deserto.

È stato trattenuto per 44 giorni e ha descritto percosse e torture in prigione.

Dopo il 7 ottobre, il parlamento israeliano ha convertito tre prigioni in centri di detenzione per "sospetti combattenti" di Gaza che si sono trasformate in veri e propri centri di torture e vendetta, dove gli stupri sono sistematici e avvengono anche ad opera di adolescenti (anche donne): si parla di introduzione nel retto di qualsiasi oggetto (teaser, ferri roventi, bastoni, manganelli) fino alla rottura delle costole, lacerazione degli organi e morte per sofferenza indicibile.

Sono già decine i detenuti palestinesi morti per torture e stupro, tra cui il medico Al-Bursh.

Il fatto che si continui a definire "democrazia" questo sistema di prigionia e tortura - che farebbe inorridire anche le peggiori dittature di due secoli fa- fa capire quanto il nostro occidentalismo sia intriso di mentalità coloniale.

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