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La pace di Trump e Blair: servo a casa tua o continuo a massacrarti
di Alessandro Negrini
Eccola la «pace» di Trump. Ha qualcosa di beffardo in modo diabolico, atroce con spudoratezza: senza vergogna, anzi, con la tronfia pretesa di convincerci che sia la coraggiosa opera pia e buona per salvare la pace.
20 punti, un “Board of Peace” guidato da un americano presidente e affarista e da un ex premier inglese accusato di aver mentito, e provocato con le sue menzogne, oltre 400.000 morti in Iraq. All'uomo che ha mentito, davanti a tutti in diretta televisiva, Tony Blair, portandoci in una guerra illegale, si dà l'incarico di gesite la presunta pace a Gaza.
Ma entriamo nei dettagli. Non è fantasia: è scritto nel piano: i palestinesi non sono stati invitati a scriverne le regole, discusse solo con Netanyahu.
Quello che emerge è chiaro:
- i palestinesi potranno restare a Gaza, ma solo come bacino di manodopera quasi gratuita, utile a riempire resort, zone economiche e profitti esenti da imposte.
- Della Cisgiordania Nei 20 punti non c’è traccia. Così come dell'esistenza della Palestina.
Questa la loro idea coloniale, razzista, bianca: i palestinesi possono esistere solo o come corpi morti, o come corpi-merce.
Infine, uno degli aspetti più volgari: si finge di non vedere il genocidio in atto e i suoi responsabili. Si finge di non sapere che quelle terre dalle quali partono i carri armati, sono rubate, così come tutte quelle della Cisgiordania.
Il carnefice non solo evita il processo. Diventa il coordinatore del piano, con logica e linguaggio mafiosi: “accettate o finiamo il lavoro". Quel lavoro, è sempre il genocidio. Che rimane lì, come ipotesi indiscussa, accettata anche da Trump.
Mi fanno ribrezzo loro - e con loro mi fanno ribrezzo i giornalisti che applaudono sperando che tutto questo venga accettato, senza una parola di vera critica. Già lì sento gli stessi cronisti dire: «Se Hamas non accetta questa proposta di pace, è responsabile della guerra e la morte dei palestinesi».
Non è pace: è il genocidio messo in vendita. Il sangue che diventa profitto, il dolore merce.
Tutto spacciato per redenzione.
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