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Inviato USA all'ONU: non esiste Medio Oriente, solo tribù e villaggi
di Leandro Leggeri
Durante una conferenza stampa, l’inviato statunitense Tom Barrack, di origini libanesi, ha dichiarato: «Non esiste il Medio Oriente. Ci sono tribù e villaggi; gli stati-nazione sono stati creati da britannici e francesi nel 1916».
Un’affermazione che richiama direttamente l’Accordo Sykes-Picot, con cui Londra e Parigi si spartirono i territori dell’Impero Ottomano, ponendo le basi per il controllo britannico su Palestina e Giordania e quello francese su Libano e Siria.
Barrack, che si presenta come diplomatico, ha così ridotto l’intera regione a un mosaico “primitivo” modellato dall’Occidente, cancellando con una frase secoli di storia, cultura e identità politica araba.
In realtà, ben prima dei confini coloniali esistevano strutture statali e urbane consolidate — da Baghdad al Cairo, da Damasco a Gerusalemme — che dimostrano come la società araba non sia mai stata solo “tribale”. La sua dichiarazione ricalca piuttosto vecchi cliché coloniali volti a negare l’autonomia dei popoli della regione.
Non è la prima uscita controversa: poche settimane fa, in Libano, aveva definito i giornalisti locali «animaleschi», salvo poi scusarsi per l’espressione.
Le sue parole rivelano ancora una volta la visione coloniale che guida buona parte della politica statunitense: negare legittimità alle società del Vicino Oriente e giustificare l’egemonia di Israele e delle potenze occidentali nella regione.
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