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Mattarella fra detti e non detti spiega che Israele è diversa dal mito
di Paolo Mossetti
Sergio Mattarella, che dopo aver elogiato la Flotilla le consiglia sostanzialmente di fermarsi, consegnando gli aiuti al Patriarcato di Gerusalemme, ancora una volta interviene per togliere le castagne dal fuoco al governo Meloni.
Come col silenzio sulle sanzioni a Francesca Albanese. Un appello che peraltro arriva dopo che gli aiuti della Flotilla di terra come miele e biscotti sono stati bloccati da Israele perché... troppo energetici.
Quello di Mattarella non è solo un regalo a Meloni, ma anche alla corrente «riformista» e pro-Israele del PD: imbarazza i parlamentari di sinistra a bordo - specie con un'opposizione tradizionalmente legatissima al Quirinale - e fornisce un assist a chi voleva scaricare o svilire la ciurma.
Non a caso, tra i primi a festeggiare e a dire «grazie grazie grazie» a Mattarella ci sono Filippo Sensi, Mario Lavia e Pina Picierno. E potete giudicare da soli il grado di entusiasmo che potevano avere per una forzatura del blocco via mare i membri di Sinistra per Israele.
Una cosa però non va persa di vista, nella sacrosanta critica a Mattarella: quando il Quirinale raccomanda di non mettere a rischio «l'incolumità di ogni persona», dopo aver elogiato lo spirito della missione umanitaria, disarmata, protetta dal diritto internazionale - un'azione non violenta che un tempo sarebbe stata propria dei Radicali Italiani, prima che si rivelassero come occidentalisti e antisocialisti, innanzitutto, e poi molto dopo come dirittoumanisti - sta implicitamente dicendo all'Italia che dall'altra parte non c'è l'Israele romanticizzata in vent'anni di riviste hipster, ma uno Stato fuori controllo, in piena escalation con l'Europa, capace di azioni criminali che nessun governo sovranista saprebbe fronteggiare.
Certo il Presidente avrebbe onorato ancora di più la verità e la repubblica fondata sull'antifascismo se avesse aggiunto che le acque di fronte a Gaza non sono israeliane, e che il governo etnonazionalista di Tel Aviv non ha alcun diritto di bloccarle da vent'anni, creando una situazione che ha contribuito al 7 ottobre.
Ma in quel non detto c'è un altro piccolo, implicito colpo all'immagine mitologica di Israele che sta venendo giù. E possiamo serenamente ammettere che uno degli obiettivi della Flotilla era proprio far venire al pettine le contraddizioni di quel mito, e delle nostre alleanze.
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