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Informazione sulla protesta: attenti al fuoco amico
di Sergio Scorza
Intervista di un paio d'ore fa di Radio Popolare a studente-rappresentante
dell'Unione degli Universitari (UDU):
D.- "cos'è che vi ha spinto alla mobilitazione proprio ora?"
R.- "la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla sicuramente, ma anche il grande sciopero generale 19 settembre che visto una marea di partecipanti".
La cosa incredibile è stata che il giornalista in studio non è minimamente intervenuto per correggere...come lo vogliamo chiamare... il lapsus? Lo strafalcione?
Non dico per precisare che quello della Cgil è stato uno "sciopericchio" ma, almeno per ristabilire la verità fattuale e di comune dominio, ovvero, che "il grande sciopero" (indetto da USB con l'adesione di diversi sindacati di base) e la "marea" per le strade si sono verificati il 22 settembre, non di certo il 19 settembre. Un fatto largamente riportato dalla stessa gran stampa maistream non certo vicina né alla causa palestinese, né alla missione della Global Sumud Flotilla(tralasciando quei 3, 4 fogliacci di destra che fanno il controcanto propagandistico al governo).
È appena il caso di rammentare che l'Unione degli universitari (UDU) è un'associazione studentesca universitaria ma è anche una costola della Cgil. Radio Popolare, poi, ad eccezione di alcuni bravi cronisti che ci collaborano o ci lavorano, da emittente di movimento, nei decenni si è trasformata in un media "collaterale" al mondo PD+cespugli ed alla Cgil anche se, tuttavia, non mi sentirei di escludere che tanti giovanə e meno giovanə che stanno partecipando alle continue mobilitazioni di questi giorni e che fanno riferimento a questo mondo siano animatə da intenzioni sincere.
Tuttavia, non posso esimermi da interpretare alcuni segnali che tradiscono i soliti, maldestri, tentativi, più o meno organizzati, di appropriazione politica e culturale, da parte degli apparati politici e sindacali che sono dentro la prospettiva politico-elettorale del cosiddetto "campo largo" a fronte di un imponente movimento popolare e di massa che ha coperto proprio il vuoto politico delle organizzazioni della cosiddetta "sinistra" politica e sindacale riguardo la drammatica situazione di Gaza e di tutto il popolo palestinese.
Ai tempi delle mie lotte universitarie, davanti, a questo tipo di situazioni, ci allertavamo subito dicendo fra di noi "questi vogliono mettere il cappello sul movimento". Cambiano i tempi ma i "capppellai" son sempre lì, pronti a svolgere il loro ruolo di pompieri e di strumentalizzatori dei movimenti nati dal basso per piegarli ai fini dei loro committenti politici e sindacali.
La lotta per far finire la macelleria a Gaza e per sostenere e supportare la Global Sumud Flotilla non credo sarà breve e toccherà difendere l'autonomia e l'indipendenza di questo movimento dalle grinfie di coloro che cercano soltanto di recuperare un consenso che hanno perso da parecchio tempo.
Io non vedevo un movimento di solidarietà con un popolo in lotta contro l'oppressione neocoloniale, così vasto e determinato, da parecchi anni. Un movimento che sta manifestando tutti i santi giorni occupando e bloccando strade, piazze e, soprattutto, porti, infrastrutture, e che deve rapportarsi quotidianamente (e qualche volta anche scontrarsi) con tutti i dispositivi della repressione e della menzogna di Stato.
Ma una cosa mi sento di dirla a tutti coloro che stanno animando questo fantastico movimento per la libertà e la vita del popolo palestinese e contro lo Stato terrorista e genocida di Israele: attenti al fuoco amico.
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