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25 settembre 2025
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Medico che sciopera per Gaza non responsabile del servizio ospedaliero
di Cristina Siqueira

Negli ultimi giorni sta circolando la notizia di una donna oncologica di Ancona a cui sarebbe stato rinviato un intervento chirurgico perché l’anestesista incaricato aveva aderito a uno sciopero “per Gaza”.

È bene precisare fin dall’inizio che questa ricostruzione nasce dal racconto della stessa paziente e che, al momento, non ci sono comunicazioni ufficiali dell’ospedale che confermino nei dettagli la vicenda.

Detto questo, vale la pena fermarsi a riflettere.

In Italia il diritto di sciopero dei lavoratori della sanità è garantito dalla legge, ma deve essere esercitato con precise modalità: serve un preavviso e devono essere comunque assicurati i cosiddetti servizi minimi essenziali.

Questo significa che la direzione sanitaria è a conoscenza delle adesioni in anticipo e ha il dovere di riorganizzare i turni, decidendo quali prestazioni possono essere rinviate e quali, invece, devono essere garantite a tutti i costi.

Se un intervento programmato e delicato, come quello di una paziente oncologica, viene spostato, il problema non può essere ridotto alla singola scelta del medico che ha aderito allo sciopero.

La responsabilità più ampia riguarda l’organizzazione della struttura sanitaria, chiamata a tutelare i pazienti più fragili anche in giornate di protesta.

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