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Iran: USA spesero mezzo miliardi di dollari per aiutare Israele
di Mauro W. Giannini
Secondo un documento di bilancio del Pentagono pubblicato di recente, gli Stati Uniti hanno lanciato missili intercettori per un valore di quasi 500 milioni di dollari per difendere Israele durante il recente conflitto con l'Iran.
Il documento, datato 1° agosto, mostra che 498,3 milioni di dollari sono stati riassegnati per sostituire gli intercettori THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) utilizzati durante le operazioni di combattimento statunitensi condotte su richiesta di Israele.
Il trasferimento è descritto come "una voce di interesse speciale del Congresso" e un "requisito di bilancio di emergenza".
The War Zone, un'agenzia di stampa statunitense specializzata in difesa, ha riportato per prima il documento martedì.
Un rapporto di luglio della CNN, citando fonti a conoscenza dell'operazione, affermava che gli Stati Uniti potrebbero aver utilizzato tra 100 e 150 missili intercettori THAAD di fascia alta durante i 12 giorni di guerra, circa un quarto delle scorte americane.
Il 13 giugno, Israele ha lanciato attacchi aerei di vasta portata contro gli impianti nucleari iraniani in città come Natanz e Isfahan, insieme a importanti centri di comando militare, secondo quanto riportato dai media statali iraniani e dall'esercito israeliano.
Gli attacchi avrebbero ucciso il capo di stato maggiore iraniano, il comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, diversi generali di alto rango, almeno nove scienziati nucleari e centinaia di civili.
L'Iran ha reagito con centinaia di missili balistici puntati contro le città israeliane, uccidendo decine di persone e causando ingenti danni. La maggior parte dei missili è stata intercettata.
Gli Stati Uniti, fedele alleato di Israele, hanno seguito con i propri attacchi il 22 giugno. Denominata Operazione Midnight Hammer, l'attacco ha preso di mira i siti nucleari iraniani di Natanz, Fordow e Isfahan utilizzando bombe anti-bunker e missili guidati.
Il conflitto si è concluso il 24 giugno, in seguito agli sforzi di cessate il fuoco mediati dagli Stati Uniti, dopo che gli attacchi iraniani alle basi americane nella regione avevano sollevato timori di una più ampia escalation.
L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica ha segnalato gravi danni, ma nessuna fuga di radiazioni.
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