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Il maresciallo degli ebrei
di
Rinaldo Battaglia *
17 settembre 1944 da San Vittore a Mauthausen.
A partire dall’ottobre 1943 la famiglia ebrea di Ugo Colonna composta da dieci persone, e la famiglia Ghedalia, composta da cinque persone, furono salvate dalle persecuzioni nazi-fasciste mediante un passaggio verso la Svizzera da una donna di Clivio (Varese), Nella Molinari, e da un maresciallo della Finanza sempre di Clivio, Luigi Cortile.
La signora Molinari, per ragioni di sicurezza, li fece fuggire a tre per volta, sempre di lunedì (era il giorno in cui il maresciallo era libero dai suoi doveri militari): i passaggi verso la frontiera svizzera proseguirono per cinque settimane.
Passavano parte della notte in casa Molinari, poi, prima dell’alba, la signora Molinari li accompagnava per un tratto verso la vicina frontiera, dopodiché incontravano il maresciallo Luigi Cortile (di cui allora i fuggitivi non conoscevamo né il nome né il grado), che li faceva passare sotto il reticolato, dando loro istruzioni su come raggiungere il primo paese svizzero.
Il primo gruppetto in fuga verso la libertà, della famiglia Colonna era costituito dalla moglie, Pia Orefice, dalle figlie Ersilia (18 anni) e da Elena la più piccola, allora di 5 anni. Il secondo gruppo dalle altre figlie Graziella e Nella (di 16 e 14 anni) e della zia Gilda Colonna. Il terzo dal figlio fratello Ugo jr., quindicenne, e dalle zie Amalfi e Marta Colonna. Il quarto gruppo comprendeva l’intera famiglia Ghedalia, composto dalla madre Ester e da quattro figli, Giovanna, Luna, Flora e Mosè. Per ultimo passò Ugo Colonna, da solo. Come ha scritto più volte la figlia Elena.
Molte altre persone furono salvate da Nella Molinari e da Luigi Cortile, non solo ebrei ma anche soldati italiani che non vollero aderire alla Repubblica di Salò dopo l’8 settembre 1943.
Il Maresciallo venne però purtroppo scoperto e arrestato l’11 agosto 1944, tradotto nel carcere di Varese e poi verso il 17 settembre a Milano nel carcere di San Vittore. Il 17 ottobre venne trasferito nel campo di Bolzano e da qui spedito a Mauthausen, dove nel sottocampo di Melk morì il 9 gennaio ‘45, pagando con la vita la sua generosa umanità.
Anche Nella Molinari fu arrestata e picchiata; fortunatamente fu poi rilasciata. Era incinta del suo terzo figlio, Alberto.
Al Maresciallo Cortile è stata conferita il 16 giugno 2006 una medaglia d’oro e la caserma della Guardia di Finanza di Gallarate porta oggi il suo nome.
È stato pubblicato anche un libro su di lui, sempre a cura della Guardia di Finanza, e a Clivio sorge un piccolo monumento in suo ricordo, a ricordo di un eroe che non accettò il concetto nazi-fascista allora in voga delle razze superiori e inferiori.
Suggerisco a chi cerca vie o piazze da dedicare a personaggi, come Giorgio Almirante che invece professava ed esaltava quei vergognosi concetti, di trovare la risposta in questo Maresciallo Maggiore della Guarda di Finanza. A mio avviso meriterebbe molto di più.
Ernest Hemingway scriveva a suo tempo che ‘essere uomini è un mestiere difficile e non tutti ci riescono’.
Non parlava di certo del Maresciallo di Clivio, eroe da noi troppo dimenticato.
17 settembre 2025 – liberamente tratto dal mio ‘L’inferno è vuoto’ - Ed. AliRibelli - 2023
Nota a margine.
Quando nel 2023 ho scritto un primo articolo sul 'Maresciallo degli ebrei', tramite l'amico Marco Terzetti di Perugia mi ha chiamato una nipote della famiglia Colonna. Era la figlia di quel ragazzo che grazie al Maresciallo Luigi Cortile si è salvato dalla Shoah...
E non vi dico l'emozione mia. Ancora oggi mi ricordo bene quella telefonata.
Abbiamo avuto eroi che non hanno vie a loro dedicate, a differenza di politici che hanno propagandato convintamente le leggi razziali e favorito la Shoah.
Anche questo molto bene io lo ricordo.
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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