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Una NATO musulmana: la propone il Pakistan
di Mauro W. Giannini
Era inevitabile, prima o poi e chi ha sempre paventato un pericolo islamico avrebbe dovuto prevenire la rabbia dei paesi arabi-musulmani, esacerbata negli ultimi due anni dalle azioni di Israele.
Il Ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif ha chiesto la creazione di un'alleanza militare tra nazioni musulmane, simile alla NATO, in risposta alla recente aggressione israeliana a Doha.
Le dichiarazioni sono state rilasciate martedì durante un'intervista con il canale di informazione pakistano Geo News, in seguito al vertice arabo-islamico di emergenza ospitato in Qatar.
Asif ha sottolineato la necessità di una forza militare musulmana unificata per affrontare le preoccupazioni di sicurezza comuni e le minacce esterne. "I paesi musulmani dovrebbero riconoscere le loro sfide comuni e istituire una NATO islamica", ha affermato.
Ha aggiunto che l'aggressione non avrebbe potuto verificarsi senza l'approvazione degli Stati Uniti, sottolineando che l'attacco ai leader di Hamas è stato lanciato "con il consenso di Washington".
Il ministro pakistano ha criticato il ruolo più ampio dell'Occidente nel favorire l'instabilità in Medio Oriente. Ha sottolineato il coinvolgimento storico degli Stati Uniti nella creazione di al-Qaeda, nonché il ruolo della CIA nel trasferimento di Osama bin Laden dal Sudan.
Asif ha inoltre osservato che gli sviluppi in Siria, compresi i tentativi di cambio di regime, sono stati condotti con l'implicito sostegno degli Stati Uniti.
Nei giorni precedenti, il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, aveva condannato fermamente l’attacco israeliano del 9 settembre su Doha, parlando di "terrorismo di stato" e invitando a punirlo.
Dal canto suo, nel corso del vertice arabo-islamico di Doha, il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi aveva detto che l'azione aggressiva di Israele ha oltrepassato tutte le linee rosse.
El-Sisi ha aggiunto che la sicurezza e sovranità di Israele "non saranno mai garantite con la forza, ma solo rispettando la legge e la sovranità degli Stati" e che piuttosto che realizzare nuovi accordi di pace potrebbero essere annullati quelli già esistenti.
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