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Spagna e altri: fuori Israele da Eurovision 2026
di Marilina Mazzaferro
Irlanda, Spagna e Slovenia hanno intensificato la loro opposizione al potenziale coinvolgimento di Israele nell'Eurovision Song Contest 2026, sollevando la possibilità di ritiri di personalità di spicco dal concorso canoro.
In una dichiarazione, l'emittente nazionale irlandese RTE ha dichiarato: "L'Irlanda non prenderà parte all'Eurovision Song Contest 2026 se Israele dovesse partecipare, e la decisione finale sulla partecipazione dell'Irlanda sarà presa una volta che l'EBU (Unione Europea di Radiodiffusione) avrà preso la decisione".
L'emittente ha sottolineato che la partecipazione dell'Irlanda sarebbe "inaccettabile, data la continua e spaventosa perdita di vite umane a Gaza". Ha aggiunto che RTE è "anche profondamente preoccupata per l'uccisione mirata di giornalisti a Gaza, per il diniego di accesso al territorio ai giornalisti internazionali e per la difficile situazione degli ostaggi rimasti".
Il Ministro della Cultura spagnolo Ernest Urtasun ha pubblicamente aperto le porte all'uscita del Paese se Israele non verrà espulso.
Intervenendo a La Hora de La 1, Urtasun ha affermato che, sebbene la decisione finale spetti all'emittente pubblica RTVE, potrebbero essere necessarie misure radicali in caso di partecipazione di Israele.
Ha sottolineato che la Spagna aveva già formalmente richiesto l'esclusione di Israele e ha avvertito che il governo avrebbe preso in considerazione "misure... se non addirittura l'espulsione", sostenendo che consentire la presenza di Israele avrebbe significato "normalizzare" il suo ruolo nei forum internazionali nel contesto dell'offensiva in corso a Gaza, dove almeno 64.600 palestinesi sono stati uccisi dall'ottobre 2023.
La campagna militare ha devastato l'enclave, e il governo israeliano impedisce gli aiuti umanitari il che ha generato una carestia.
Venerdì, l'emittente pubblica slovena RTV Slovenija ha annunciato che il Paese non parteciperà all'Eurovision 2026 se a Israele verrà concesso il ritorno l'anno prossimo. La decisione, presentata come un atto di solidarietà con la Palestina, riflette una posizione espressa per la prima volta all'Assemblea Generale dell'EBU a luglio.
L'EBU ha prorogato la scadenza per la conferma della partecipazione da parte delle emittenti fino a metà dicembre e dovrebbe votare sull'ammissibilità di Israele durante la sua prossima assemblea a Ginevra il 4 e 5 dicembre.
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