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15 settembre 2025
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Primo giorno di scuola a Gaza
di Rossella Ahmad

E questo è il secondo anno di scuola che inizia per te, adorato piccolo virgulto di una terra in fiamme. Il mio cuore è vicino al tuo ogni giorno, soprattutto quando siamo lontani.

Per Aboud:

"Doveva pur arrivare quel giorno. Lui, il piccolo, ci pensava molto. Confermando ciò che da sempre dico dei bambini palestinesi: amano imparare, socializzare, interagire, dare spazio ai propri talenti. E nessun popolo, credo, ama l'istruzione quanto loro.

I bambini scappano dagli attacchi missilistici portando con sé cartelle, attestati scolastici, certificati, pagelle, diplomi di merito. Come se l'indomani, a bombardamento terminato, i banchi di scuola attendessero proprio loro. E gli hanno già tolto un anno di istruzione. Anzi, hanno tolto loro tutto quanto sia riconducibile ad essa : scuole, università, centri di studio, biblioteche, archivi.

Il tutto mentre il mondo osservava senza fare una piega: una violazione grave dei diritti dell' infanzia, seconda solo al diritto alla vita, alla salute ed all'amore di una famiglia.

Anche quest'anno a Gaza le lezioni vengono tenute da donne e ragazze sotto pesanti tende di nylon, con lavagne improvvisate nel mezzo del nulla, visetti smunti ma interessati tutt'attorno. Benedette le donne di quella striscia di terra, che riescono a tenere assieme un popolo nelle condizioni più terribili, tessendone la storia con fili invisibili, resistenti come acciaio.

Il sistema solare. La calligrafia per i più piccoli. L'arte. La letteratura. Le canzoni patriottiche. La geografia della Palestina. Sforzi sovrumani per sfidare l'occupante che li vuole miseri. Per sempre.

Però quel giorno, bramato e temuto, alla fine è giunto.

Grandi sorrisi ma anche la difficoltà di rapportarsi a persone che non lo comprendono, e che lui non comprende. Intelligente com'è, sono certa che saprà trovare canali di comunicazione alternativi ed utilizzarli in attesa di imparare quelli per adesso sconosciuti.

Con me lo fa sempre. Indice alzato o pollice in su, a seconda delle circostanze. Arabo palestinese ridotto all'osso da parte mia. Ma anche linguaggio del cuore, per lo più, universalmente compreso o quasi.

- Indossa le scarpe, si va
- A scuola?
- No, a casa. Ma saluta il mare, prima. E la sua gente. Da una riva all'altra.

E dunque bye bye bahr. Mare che ci hai accolto, in una lunga estate che si è dispiegata di domenica in domenica, come se solo quel giorno avesse un senso, e tutti gli altri non fossero che una serie di ore da far passare il più in fretta possibile, in attesa della riunione.

Sull'altra sponda vi è un padre. In una tenda, sopravvive e guarda i suoi figli crescere in un paese lontano. Gli occhi brillano dietro le lenti spesse, ha volto gentile e voce grave, ma colma di tenerezza.

Nell'estrema precarietà della sua esistenza, che può terminare in ogni momento, riceve il saluto dei suoi bimbi.

Il suono delle onde copre perfino i battiti del cuore" [15 settembre 2024].

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