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Cancellerie europee nello scompiglio dopo l'incontro USA-UE
di
Elisa Fontana
Grande è lo scompiglio sotto il cielo dopo la splendida prova della cara Ursula nei confronti di Trump e dei suoi dazi.
Dopo aver tentato invano per 7 mesi di farsi ricevere dal sultano a Washington, ricevendone una totale e poco diplomatica indifferenza, è stata chiamata a rapporto sui campi da golf scozzesi, proprietà dell’amico Donald, e lì, fra una partita è l’altra è stata ammessa all’augusta presenza per ascoltare il sultano, le sue decisioni ed applaudirlo commossa.
Ma questa ormai è storia sulla quale sono stati versati fiumi di inchiostro, se ancora si usasse.
Quello che notiamo il giorno dopo è un certo scompiglio quasi generale, dallo scompiglio duro e puro della Francia a quello equilibrato spagnolo, a quello in retromarcia tedesco.
E sì, perché se dapprima lo statista Merz si era detto soddisfatto per l’accordo, pensando ai benefici per il settore auto, adesso si accorge che su altri settori i dazi saranno pesanti. Ma anche a Bruxelles non sono affatto tranquilli, perché hanno tenuto a precisare che l’accordo del campo da golf è solo un accordo politico che non è giuridicamente vincolante, che è roba che fa rivoltare dalle risate. Prima ci accordiamo e lo comunichiamo in mondovisione e poi decidiamo su cosa e come. Altro che scompiglio, qui ormai siamo alla farsa.
L’unica che ostenta calma e sicurezza è la nostra magnifica presidenterrima che in prima battuta si è detta felice per l’accordo e ha poi aggiunto che dovrà vedere le carte e che sui dazi dovremo ancora batterci, qualunque cosa voglia dire.
Insomma, al di là di tutte queste che a me sembrano ammuine, un dato appare chiaro. Siamo sempre più preda delle vere decisioni che sono appannaggio dei fondi finanziari, quelli che veramente decidono, dallo sviluppo di una città alla gestione del debito pubblico di un mastodonte come gli USA.
E se i fondi decidono che il debito USA non è più sostenibile e invece di comprarlo come fanno ora, cominciano a venderlo potremmo assistere ad un qualcosa di inimmaginabile e devastante. Questo spiega i comportamenti letteralmente “eccentrici” di Trump rispetto alla politica per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora e spiega anche la totale acquiescenza di tutti gli amichetti politici, oltre che ideologici, fra i quali Meloni vorrebbe accreditarsi come la prima e la più importante.
Ma in realtà, per interposto Trump, vuole accreditarsi come amica dell’attuale finanza globale, dei fondi finanziari e delle loro ardite ma remunerative speculazioni. Nessuno scandalo, Meloni è sempre stata contigua per scelta ideologica a chi detiene il potere finanziario in mano, non certo alla classe operaia, nonostante la millantata vulgata della ragazza di borgata, adesso ha solo modernizzato l’approccio.
Perché la finanza non è più in mano alle grandi famiglie, al salotto buono dei Cuccia, che magari l’avrebbero guardata arricciando il naso, adesso la finanza che conta sono i fondi speculativi e la ragazza sa benissimo fiutare l’aria senza che nessuno debba spiegarglielo.
Tutto legittimo e tutto prevedibile, ognuno fa le sue scelte più o meno ideologiche, solo cerchiamo di guardarla da questa ottica e capiremo meglio perché è sempre in giro per il mondo, perché si impegna solo in qualche riforma di bandiera, perché presidia a mano politica armata anche gli strapuntini disponibili, perché è totalmente indifferente agli enormi problemi interni che ha davanti. Sa solo dire e far dire alle sue truppe che gli altri prima di lei non hanno fatto niente.
Ma il sud che brucia, le morti sul lavoro, le carceri che scoppiano, i rimpatri illegali direttamente dall’Albania, il mancato riconoscimento della Palestina e i mille altri problemi che ci affliggono giornalmente non rientrano nella sfera dei suoi interessi, perché è proiettata proprio in un’altra dimensione.
E la dimensione Italia rientra nei suoi interessi solo ed esclusivamente perché la tiene al centro di un certo mondo al quale, altrimenti, non sarebbe potuta arrivare.
 
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