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Trump elefante in cristalleria
di
Francesco Rizzati
Insultiamolo pure, se lo merita. Ma nella sua greve e rozza materialità Trump persegue una sua elementare coerenza, mantenere a tutti i costi il consenso con la profonda America che l'ha eletto.
I conti USA sono un disastro, bilancio e debito sono ingestibili, 70 anni a fare il gendarme del mondo costano, discutere con i ribelli BRICS è dura, hanno risorse e pure l'atomica.
Quindi? Quindi ci si rivale sui presunti alleati (in realtà schiavi ospitanti le sue basi) occidentali, sui quali oggi con la politica dei dazi si esige il "ritorno" di tutti gli anni di "protezione", per praticare la quale si è effettivamente creato uno sbilancio di import-export fra le due sponde dell'Atlantico.
Fine dell'occidentalismo, con 1350 miliardi da dare al padrone? Calma, sappiamo che il capitalismo è un Proteo multiforme che rinnova perennemente sé stesso, certo che adesso è davvero dura e Meloni e Giorgetti ora sono terrorizzati.
In più, il nostro elefante in cristalleria sta modificando l'atteggiamento verso la Russia: Putin non è più un amico e i 50 giorni di aspettativa sono ora diventati 12, vedremo poi cosa si inventerà.
Coraggio, che la vita è comunque bella e gli italiani pensano alle vacanze.
 
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