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Zelensky: la stampa mondiale celebra il suo funerale politico
di
Francesco Dall'Aglio
Nonostante la parziale retromarcia della nuova legge (la 13533) che restituisce buona parte delle autonomie alle due agenzie anticorruzione ucraine, la situazione resta piuttosto tesa.
In primo luogo perché andrà votata dal parlamento che, molto convenientemente e subito dopo avere approvato la legge precedente, è in vacanza per quattro settimane, quindi nella migliore delle ipotesi se ne parla a fine agosto a meno che il suo presidente, Stefančuk, non convochi una seduta d'emergenza la prossima settimana, come da qualcuno si sente dire.
La settimana prossima o tra un mese, però, non è chiaro in che modo Zelensky possa trovare i voti. La legge è stata approvata a larghissima maggioranza e non si vede come, a distanza di una settimana o un mese, il Parlamento possa votare con la stessa maggioranza un provvedimento opposto. Vorrebbe dire o che i parlamentari votano senza nemmeno leggere o che sono sotto il controllo presidenziale, entrambe ipotesi poco gradevoli.
Il Financial Times (il Financial Times, non Russia Today, nota bene) si spinge fino ad affermare che una settantina di parlamentari non la voterebbero comunque perché temono "rappresaglie" da parte delle agenzie di anticorruzione, e di finire sotto inchiesta.
Nonostante la retromarcia, la discreta ma persistente campagna stampa anti-Zelensky, ma formalmente anti-corruzione) portata avanti da parte della stampa occidentale non si ferma.
Newsweek si chiede fino a quando gli USA tollereranno la corruzione in Ucraina, The Spectator, con un titolo parecchio acchiappa-click, si domanda invece se l'Ucraina potrà mai perdonare Zelensky, mentre Owen Matthews sul Telegraph, lo stesso Matthews che sempre sul Telegraph scriveva il 19 febbraio che "Zelensky merita stima per la sua leadership miracolosa, non lo scherno dei Maga" è convinto che per il bene dell'Ucraina è tempo che Zelensky si faccia da parte perché non è più la soluzione, ma parte del problema.
Per essere sostituito da chi, ovviamente, non si sa.
Intanto la "rivoluzione dei cartoncini", come è stata prontamente ribattezzata sta attraversando una fase difficile. Ieri sera alcuni giovanotti mascherati, vestiti in mimetica o di nero (li abbiamo già visti all'opera in altre circostanze) hanno deciso di attaccare direttamente Zelensky e Yermak con alcuni striscioni ("Assassini della democrazia! Traditori dell'Ucraina!") e di concludere la manifestazione con una torciata da stadio (o da solstizio).
Certo nell'occasione c'erano più fotografi che manifestanti, ma è comunque una direzione che non mi pare il caso di prendere.
 
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