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03 luglio 2025
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Trovarono un giardino e lo avvelenarono
di Rossella Ahmad

L'ossicodone è un farmaco della famiglia degli oppioidi, utilizzato per placare il dolore nelle cure palliative. I suoi effetti collaterali sono severi e prevedono nausea e vomito, sedazione, colorito bluastro delle mucose, dispnea. Si tratta di una droga a tutti gli effetti, che crea dipendenza esattamente come i suoi omologhi più economici, l'eroina e il fentanyl.

Breve parentesi: la casa farmaceutica che iniziò la sua commercializzazione, la statunitense Purdue Pharma, fu costretta a pagare una penale multimilonaria per aver pubblicizzato ingannevolmente il farmaco come "cura miracolosa contro il dolore, scevra da rischi di dipendenza". La Purdue Pharma, assieme a Teva e Johnson&Johnson, è responsabile della cosiddetta "epidemia degli oppioidi", un'emergenza sanitaria che ha provocato più di un milione di overdosi letali tra gli anni '90 ed il 2023.

A Gaza, la droga era nascosta tra i cibi che Stati Uniti e israele distribuivano alla popolazione palestinese attraverso la creazione ad hoc della Gaza Humanitarian Foundation - trappola mortale per i palestinesi chiusi in recinti facilmente bombardabili - sotto forma di pillole o addirittura mescolata a farina ed altri cibi.

Già a partire dallo scorso novembre, i sanitari di Gaza avevano denunciato l'avvelenamento da droghe sintetiche di un gruppo di 15 bambini che avevano ingerito lo stesso tipo di alimento e che presentavano gli effetti collaterali di ingestione di ossicodone, con difficoltà respiratorie, stipsi e spasmi neurologici.

Un grave crimine di guerra, l'ennesima violazione del diritto umanitario internazionale consumato nella striscia di Gaza, un'estensione del genocidio attraverso il tentativo di creare dipendenza e distruzione del tessuto sociale palestinese dall'interno.

Chi si meravigli di un così elevato livello di criminalità, evidentemente non conosce la storia della Palestina.

Documenti originali conservati nell'Archivio di Stato israeliano rivelano che durante la pulizia etnica del 1948 l'esercito israeliano utilizzò armi chimiche e biologiche, tra cui.l'avvelenamento con batteri patogeni di pozzi d'acqua potabile in diverse città palestinesi. La decisione di utilizzare la guerra batteriologica fu presa nell'aprile del 1948 dai maggiori leader sionisti, tra cui David Grün - in arte Ben Gurion - i quali, secondo i documenti portati alla luce dal giornalista di Ha'retz Ofer Aderet, avevano pianificato addirittura di avvelenare le acque del Cairo e di Beirut, ma cambiarono idea all'ultimo minuto.

Più dettagliatamente le ricerche di Benny Morris e Benjamin Kedar rivelarono che l'avvelenamento prese di mira decine di pozzi d'acqua palestinesi, tra cui quelli di Acri e dei villaggi della Galilea del nord, causando infezioni di massa di dissenteria e tifo.

Nel 2016 il rabbino Shlomo Mlma, presidente del Consiglio dei Rabbini negli insediamenti della Cisgiordania, emise un parere consultivo in cui autorizzò i coloni sionisti ad avvelenare l'acqua nei villaggi e nelle città palestinesi della Cisgiordania.

Secondo l'organizzazione anti-occupazione "Breaking the Silence", l'appello ad avvelenare l'acqua e le terre palestinesi mirava a spingere i nativi ad abbandonare i loro villaggi affinché i coloni potessero impossessarsene.

La contaminazione delle falde acquifere nella Striscia di Gaza settentrionale a partire dal marzo del 2007, causata dall'impossibilità dell'accesso al mare delle acque reflue imposta dall'occupazione israeliana ha portato a livelli di nitrati - elementi potenzialmente cancerogeni - che in alcuni punti sono sette volte superiori agli standard di sicurezza internazionali dell'OMS.

Arrivarono in un giardino e lo resero un deserto di terre avvelenate.

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