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29 giugno 2025
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Gaza ricordata anche al Lunigiana Cinema Festival dal regista Negrini
di Viola Fiore

Temi impegnativi per un Festival cinematografico impegnato, il Lunigiana Cinema Festival, che si è aperto venerdì a Fivizzano concentrandosi su ambiente e diritti umani. Sia fra le pellicole in concorso che in alcuni interventi di ospiti prestigiosi, sono stati presenti richiami a Gaza e Medio Oriente.

La prima sera e il giorno della premiazione ha presenziato il regista Alessandro Negrini, un poeta della macchina da presa ma anche della parola, da anni impegnato a denunciare le sofferenze del popolo palestinese coinvolgendo colleghi artisti e intellettuali, ma anche autore del pluripremiato "La luna sott'acqua", sulla tragedia del Vajont, quindi invitato quale testimonial adeguato per entrambi i temi del festival.

Nagrini ha aperto il suo intervento dichiarando che il suo entusiasmo come ospite del Lunigiana Cinema Festival deriva in particolare dal fatto che nella precedente edizione, quando presentava il suo film, questa kermesse in questo luogo gli ha ricordato un'opera d'arte contemporanea, Eldorado, di Giovanni De Gara. In quell'opera l'artista "ha ricoperto i portali delle chiese con un materiale dorato. Così dorato che, in una certa ora del giorno, la luce riflessa su quei portali illumina, di una luce nuova e potente, la città."

Il regista ha svelato al pubblico, attento e ricettivo, che quel materiale dorato erano "le coperte termiche che vengono usate per scaldare i migranti una volta salvati in mare. Le coperte termiche usate per salvare dal freddo i senzatetto. Gli ultimi, i diseredati. Ecco, il vero Eldorado, il senso dell'umano che illumina finalmente di nuovo le nostre vite scardinando il recinto della paura nel quale ci hanno messo."

Con riferimento ai film finalisti, Negrini ha detto "I film che abbiamo visto non sono stati comodi. Sono stati necessari. E a questi film questa sera sono stati consegnati i premi del Lunigiana Cinema Festival. Ma paradossalmente i film di stasera, consegnano loro a noi una cosa. Una responsabilità: la possibilità di uscire da qui, stasera, non solo come spettatori. Uscire da qui con la possibilità di rendere nuovamente "pensabili" le parole proibite: Palestina libera. No alle armi. No a una vita senza dignità, persino nella morte."

"Ringrazio il Lunigiana Cinema Festival per donarci queste serate dense e tuttavia di festa, perché è possibile essere sia spettatori che cittadini. Perché l’arte - e in particolare il cinema coraggioso che ci ha accompagnato questa sera - non è mai innocuo. Non è mai neutro. È uno sguardo che scava, una voce che disturba, una luce che, nel buio del nostro tempo, ci costringe a vedere."

"Perché se in questo tempo ferito, ferito come non mai, chi si occupa di bellezza tace sull'abominio, allora diventano inutili i film, i libri, tutto diventa inutile e cieco, perdono senso i baci ai nostri genitori, persino i baci degli amanti. Perché se si amano le persone solo se capita loro di stare dentro il nostro recinto, allora quell'amore è il suo opposto. È la totale incapacità di sentire l'altro."

Tra i film presenti al festival, lo stesso Negrini ha avuto il compito di introdurre "Flora", la storia della prima staffetta partigiana, e ha detto di auspicare che "anche la celebrazione di Flora, e la sua storia a braccetto con le altre storie che abbiamo visto su questo schermo, ci dessero il coraggio di dire che la storia della Resistenza non è "museo", ma finestra sul presente. Un presente fatto di un buio che si ripete, con le stesse identiche dinamiche di allora."

"Nel documentario vengono usate come mezzo narrativo della maschere di cuoio. Perché ci ricorda che i volto dell’oppressione, assume il volto banale della normalità. Esercitato da persone normali, che conducono vite normali, esattamente come ci diceva Hannah Arendt nella “banalità del male". Perché il male più pericoloso non è solo quello gridato, ma quello amministrato con efficienza da persone comuni che scelgono di non vedere, di voltarsi dall'altra parte."

"E allora, l'unico modo di tenere vivo lo sguardo dopo la visione di questi film, è incrociare il volto della staffetta Flora, del giocatore di lotta iraniano, degli invisibili protagonisti dei nuovi genocidi che, insieme, qui, ora, ci guardano negli occhi e chi chiedono- E voi? Dove siete? Da che parte state?".

Questi i film premiati:

MIGLIOR CORTO DIRITTI UMANI
A Good Day Will Come
regia di Amir Zargara

MIGLIOR CORTO TEMA LIBERO
HA TOCCATO
regia di Giusi Cataldo

MENZIONE
Viola
regia di Marco Lorenzo Masante, Italia, 2024, 12'

MIGLIOR CORTO AMBIENTE
< Io Vivo Qui /br> regia di M.Jalfen, M.Usandivaras, Argentina / Italia, 2024, 13'

MENZIONE SPECIALE
"Free Words: A Poet from Gaza"
regia di Abdullah Harun İlhan

PREMIO VOCI DAL TERRITORIO
"Ha Toccato"
regia di Giusi Cataldo.

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