 |
Memoria corta e cambi di idee
di David Cappellini
Nel 2013, in piena crisi delli debiti sovrani, l'allora Ministro del governo Monti, Giulio Terzi di Sant'Agata, ora senatore di Fratelli d'Italia, affermava: "Per difendere l'euro e uscire dalla crisi del debito ogni Stato membro deve fare fino in fondo la sua parte in termini di austerità fiscale e rilancio della crescita economica. Nessuno può sottrarsi alle sue responsabilità. Traendo forza vitale dalla sua fiducia nel progetto europeo, l'Italia sta dando il buon esempio. Non siamo più causa del problema, ma siamo diventati parte della soluzione. Abbiamo operato con rapidità e efficacia, adottando misure significative che ci hanno restituito credibilità internazionale. In Europa e nel mondo, riscontriamo gratitudine e apprezzamento per il lavoro svolto."
Se gli italiani non avessero la memoria di un paramecio, si ricorderebbero cosa era accaduto, anche senza scomodare la Grecia.
Oggi la premier in carica, membro dello stesso partito, dichiara "Ho portato al vertice l'attenzione per il fianco sud dell'Alleanza, aumentare le spese a favore delle aziende italiane, sarà un circolo virtuoso per l'economia. È necessario capire come investire i fondi per la difesa: un satellite è più strategico di un carrarmato. L'obiettivo del 5 per cento sarà suddiviso in due canali. Un 3.5 per cento consisterà in spesa militare tradizionale, quindi investimenti in armi, mezzi, munizioni, personale, incluso il sostegno militare all’Ucraina. L'altro 1.5 per cento riguarderà la spesa militare in senso lato comprensiva di infrastrutture critiche e cybersicurezza".
A parte il cambiamento radicale della visione politico-economica, mi pare evidente che l'apparato militare-industriale, con annesso tutte le mafie possibili ed immaginabili, abbia trovato la gallina dalle uova d'oro. Mentre con il 3,5% del pil foraggeranno tutte le ubbie dei vertici militari e delle industrie a loro legate, con l'1,5% potranno finanziare tutte le cementificazioni e le opere infrastrutturali inutili e dannose, a carico della collettività.
Siamo di nuovo al "cemento armato" degli anni '70, quando speculazione edilizia e mafia violenta andavano d' accordo, si stavano preparando i presupposti del 132% di debito pubblico dilapidando denaro e si brigava nell' ombra per dare un peso politico importante ( e non decisivo) ai vertici militari. Nessuno o pochi avranno sentito parlare della volontà da parte di certi settori della politica (MSI e qualche corrente della DC) e degli stati maggiori militari, di introdurre un organismo istituzionale chiamato UCDP, di concerto al Comitato Interministeriale.
Erano anni di passaggio e una parte della politica, insieme alla gran parte dei vertici militari e delle forze di sicurezza, si preparavano a combattere la "guerra psicologica" contro il comunismo. L'UCDP era l'organismo con poteri speciali che il Sifar, il servizio segreto militare, voleva introdurre nell'ordinamento politico italiano, che avrebbe risposto solo al Presidente del Consiglio e ne avrebbe indirizzato le direttive in contrasto alla "guerra psicologica" scavalcando il Comitato Interministeriale.
Premierato, art.5 del nuovo decreto Sicurezza e riarmo con ampie concessioni ai vertici militari e all'apparato industriale, richiamano sinistramente a quel tentativo che fu abortito solo grazie alla resistenza politica passiva di ampi settori maggioritari della DC, che non portò mai in discussione il progetto di legge, ostracizzandolo di governo in governo.
Oggi però, non c'è più la DC, ma gli eredi politici di quel partito che da li a poco si sarebbe trovato pesantemente compromesso con la successiva strategia della tensione.
 
Dossier
diritti
|
|