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Un mondo schizofrenico
di Rossella Ahmad
C'è un video, molto condiviso e molto virale, che mostra e spiega con lancinante chiarezza il nostro mondo. Poche immagini, a confronto. La schizofrenia su cui è edificato il pianeta in questo primo quarto di secolo, ed in cui sguazzano, o si dibattono, i suoi abitanti.
Mai come oggi questa schizofrenia impera, sfrenata ed ostentata.
Solo per caso, mi è stato riproposto un ricordo proprio nel giorno in cui si celebravano le nozze multimilionarie di un multimilionario, ed i tabloid erano tutti impegnati nella descrizione dello sfarzo ostentato - mentre nel contempo, a Gaza, una folla di affamati veniva mitragliata e cadeva nell'atto di raccogliere qualche manciata di farina.
La schizofrenia che impera. Il mondo a due corsie. Le immagini di chi sguazza e di chi si dibatte vicine, contigue, quasi intersecate, a rendere più evidente e più dolorosamente chiara l'ingiustizia in cui tutti vegetiamo.
La riflessione è del 2023, si riferisce ad altre situazioni ed enfatizza massimamente il civismo superlativo estorto alle classi subalterne ma, come sempre, è riferibile anche ad altro.
Alle nozze in questione, ad esempio. Ma anche all'oscena parata di mostri del G7, alla loro spocchia insopportabile ed al triste spettacolo della loro reunion, insulsa ed inconcludente con un genocidio sullo sfondo, che resta sullo sfondo, come evento di secondaria importanza, tra i frizzi e i lazzi di cariatidi in decomposizione.
"Due notizie hanno catturato la mia attenzione tra ieri e oggi, a parte quelle relative agli accadimenti bellici. Apparentemente scollegate, in realtà connesse dalla amara constatazione che la società feudale, a due corsie - quella dei padroni e dei servi della gleba peraltro ignari di esserlo perchè ancora parzialmente nella possibilità di accedere a (pochi) beni e servizi - è qui, e viene narrata ogni giorno senza suscitare neanche grossi risentimenti. La stampa compiacente, anzi, enfatizza e normalizza una distorsione che balza agli occhi: c'è chi può e fa, e c'è chi non può e non deve fare. In questa semplice frase è racchiusa tutta l'isteria che le elite riversano sul cittadino medio, e solo su di esso, come se la sua stessa esistenza fosse una atavica colpa da espiare.
Allo yacht di Bernard Arnoult, secondo uomo più ricco del globo - viene impedito l'attracco al porto di Napoli per una mera questione di centimetri. Troppo lungo ed imponente per un porto turistico tutto sommato piccolo come quello di Mergellina. C'è una precisa disposizione, e dunque il megamilionario deve svoltare e continuare a scorrazzare per il Mediterraneo in cerca dei tanti altri porti disponibili.
Uno yacht del genere, spiega la stampa compiacente tutta impegnata nel compito moralistico/didascalico di ammaestrare le masse, si muove con almeno un'altra dozzina di barche al seguito e con aerei privati che scarrozzano illustri ospiti a bordo per un'intera stagione. Centomila euro al giorno di indotto, le cosiddette spesucce. Nessuna notizia pervenuta sull'impronta di CO2 rilasciata.
Loro possono.
Ovviamente la notizia non è questa. A me sinceramente non importa niente del fatto in sé. Non credo a nulla di ciò che mi è stato raccontato negli anni dagli scribacchini di regime, di conseguenza non credo neanche ad una emergenza climatica causata dai povery e ad essi addebitata.
Detesto quindi con tutto il cuore questo "civismo superlativo" che riguarda solo le classi non abbienti, utilizzato per mascherare coercizioni ed obblighi illegalmente estorti, fatti passare come prova di cittadinanza ai massimi livelli, mentre le classi dominanti se ne fottono altissimamente senza alcuna ztl che li blocchi né in cielo né in mare. Civismo superlativo a corrente alternata. 'Na cosa che fa vomitare.
La seconda notizia arriva sempre dalla mia città e riguarda la sorte atroce di un ragazzo, in coma a seguito dell'esplosione dell'auto che si era offerto di collaudare, un'ibrida ad energia solare e benzina, prototipo di un progetto sperimentale finanziato dall'unione europea per realizzare "tecnologie ecosostenibili e di minore impatto ambientale".
Noi dobbiamo.
(26 giugno 2023)
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