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La punta dell'iceberg
di
Rinaldo Battaglia *
In Africa, il 29 giugno 1942 i nostri soldati avevano conquistato anche Mersa Matruh sulla strada, nelle dune del deserto, che portava direttamente ad Alessandria, verso il delta del Nilo. Il 1° luglio si raggiunse il punto ‘massimo’ mai toccato in tutta la guerra d’Africa.
Il Duce – col petto gonfio - si fece così spedire, come un pacco postale, il suo cavallo bianco, pronto per entrare trionfante al Cairo e ricevere tutti gli onori, nel passato spettati solo agli Imperatori di Roma, suoi antenati. La ‘Volpe del deserto’, forte dei suoi Afrika Korps, aveva già preso Tobruk ed Hitler, orgoglioso, lo aveva promosso Feldmaresciallo. Tempo neanche 4 mesi e i loro sogni di gloria si fermeranno proprio a El Alamein, e con essi la vita di 17.000 italiani e 9.000 tedeschi.
In Russia, nel primo anniversario dell’invasione, malgrado la strada verso Mosca fosse bloccata, Hitler il giorno prima, il 28 giugno aveva ordinato festoso l’operazione ‘Blu’, figlia naturale della ‘Barbarossa’, ma con obiettivo il Caucaso e la città di Stalin.
Il 17 luglio il gen. Friedrich Paulus guiderà la 6° Armata della Wehrmacht all’attacco sulla linea del Don. Mussolini seguirà immediatamente il Fuhrer convinto della vittoria finale, destinando altre forze. Sarà la più grande sconfitta per entrambi. E per i nostri soldati, partiti in 235.000 cantando a squarciagola ”Aspetta mia bambina il giorno, vado, vinco e torno” troveranno solo il più esteso cimitero mai conosciuto, fra il gelo e la neve. Oltre la metà non si salverà.
A fine giugno 1942, qualcosa forse stava già cambiando - in anticipo – anche in Asia, dove il terzo socio del gruppo criminale sorto tra Roma-Berlino-Tokio (la banda RO-BER-TO come qualcuno, poeticamente sempre in cerca di termini e definizioni, scrisse in qualche libro), venne per la prima volta bastonato, nel mare, a Midway proprio poche settimane prima (7 giugno 42). Ma la notizia, forse per il fuso orario, forse per la forza della propaganda, in Europa venne taciuta. Cambierà comunque poco: il mese dopo inizierà il recupero americano a Guadalcanal. Anche sulla terra ferma e sarà l’inizio della fine dell’Impero del Sol Levante.
Nel frattempo, a casa nostra, in quei giorni di fine giugno ’42, ben 550 ebrei italiani vennero spediti ad Auschwitz da Fossoli, tra l'indifferenza di molti e la criminalità di chi allora comandava. E chi aveva firmato, gestito, difeso, applicato le ‘infami’ leggi razziali del 1938 era ovviamente di diritto compreso. Alla fine, saranno 8.564 gli ebrei italiani deportati nei lager di sterminio e tra di loro 776 erano bambini sotto i 14 anni. Non ne ritorneranno a casa 7.555 di cui un 10% (751 per la precisione storica) cuccioli d’uomo. 7.555 croci che ci peseranno nella coscienza per l’eternità.
Di fatto il 30 giugno 1942 risulterà la punta dell’iceberg dell’Asse del Male, quello che aveva provocato e dato inizio alla catastrofe. Dopo quasi 3 anni da quel maledetto 1° settembre 1939, vi sarà l’inversione degli esiti della guerra, ma serviranno altri 3 anni – ed in oriente ancora di più – per arrivare alla resa finale. Alla fine, ufficialmente il 2 settembre 1945, gli storici indicheranno in 68 milioni i morti complessivi, di cui ‘solo’ 1/3 di ‘militari’ e ben 44 milioni di civili. Numeri pazzeschi, numeri impressionanti, che non devono mai esser dimenticati.
Bisognava di certo lottare tutti - tutti – in Italia contro il fascismo ben prima dell’8 settembre 1943. Avremmo nel nostro paese ridotto quelle sofferenze e quelle croci. So bene che dalle mie parti, solo due anni fanella ricorrenza del 25 Aprile, un ex-Assessore Regionale ha più volte affermato che ‘l’antifascismo non è un valore’.
L’antifascismo non è un valore?
Ma del resto, da una Carica Istituzionale che per anni, nel giorno della Liberazione, andava ad onorare i 14 nazifascisti ‘invasori’ uccisi al ‘Buso della Spluga’ sul Monte Corno a Lusiana (Vicenza) non c’è da meravigliarsi. Forse da meravigliarsi resta il fatto che è stata eletta a quella carica e poi abbia fatto ulteriore carriera. Da meravigliarsi ma non altro, perché grazie al ‘valore dell’antifascismo’, dopo quel ‘divisivo’ – dicono - 25 aprile 1945, abbiamo raggiunto la democrazia ed è corretto che chi viene eletto e vince, poi, assuma certe cariche.
‘E’ la democrazia, bellezza!’
Un giorno l’on. ed ex-partigiano Vittorio Foa disse in un dibattito televisivo all’ex volontario nella Xª MAS e poi comandante generale fascista delle Brigate nere di Salò, Giorgio Pisanò:
"Se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me".
Il valore dell’antifascismo sta in questa frase, che piaccia o non piaccia a certi politici moderni. Ivi compresi coloro che oggi vogliono il premierato e senza la fatica ed il rischio del voto col ballottaggio successivo. Un po’ come ai tempi della Legge Acerbo del 1923, quando un premio di maggioranza permetteva a chi aveva raggiunto il 25% di governare tranquillamente. E non a caso nel 1924 Mussolini divenne il Duce, il fascismo regime e l’Italia destinata alla catastrofe in neanche 20 anni.
Ma le loro ‘narrazioni personali’ non cambiano la Storia e tanto meno le pagine scritte e documentate, sia il 30 giugno 1942 che nelle date successive. Quando quella catastrofe si avvicinava e si sviluppava, senza pause e né freni, come durante un temporale dove si vede bene il cielo bianco di grandine arrivare.
I bollettini dei meteorologi di solito servono per preavvisare, solo che andrebbero letti e compresi per tempo. Ma altri diranno sempre cose diverse, per confondere le idee in un paese che da sempre le ha avute confuse. Se ci chiamavano ‘colabrodo’ - di uomini in fuga o di narrazioni storiche fatte passare per verità - qualche motivo ci sarà pur stato.
Lo diceva bene – repetita iuvant - Gaetano Salvemini a suo tempo: «La classe politica italiana è per il 10% migliore, per il 10% peggiore e per l’80% uguale al Paese che rappresenta». È cambiato qualcosa?
‘È l’Italia, bellezza!’
28 giugno 2025 – 83 anni dopo - Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Seconda Parte” - Amazon – 2024
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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