Guerra: un inganno chiamato cecità
di Giuseppe Franco Arguto

Il Paese, la Russia, esteso per ben due continenti, attraversato da 11 fusi orari, a dir loro, dovrebbe preoccuparsi delle teoriche dichiarazioni di guerra sulla base di una minaccia inesistente?

A Putin, pur riconoscendogli di essersi equiparato ai peggiori tiranni della Storia, gli riconosco tuttavia l'onestà delle sue idee: non si è nascosto dietro propagande ingannevoli, non ha utilizzato la retorica della democrazia capitalista, né ha fatto uso di mistificazioni: lui la sua aggressione l'ha chiamata "operazione speciale" per denazificare l'Ucraina.

Gli USA, quindi la NATO, hanno invece sempre trovato un alibi con cui accattivarsi i consensi a riguardo delle loro invasioni e aggressioni; utilizzando inglesismi studiati a tavolino, le hanno di volta in volta chiamate, con impudicizia, stabilizzazione della forza, libertà duratura, missioni di pace, mantenimento della pace, quando perfino "operazioni umanitarie".

Questo sistema di inganno totale, che perdura da diversi decenni, non sembra arrestarsi: sono bravi e scaltri i burocrati a capo dell'Occidente, o i cittadini che hanno consegnato loro la delega di rappresentarli hanno confuso la libertà di espressione del suffragio universale con la rivoluzione da cui si sono concepiti i diritti universali dell'uomo?

In entrambi i casi, esiste un problema, quello molto ben delineato da J. Saramago nel suo saggio "la cecità".

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