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La deriva militarista
di Corrado Poli *
Gli atteggiamenti e le dichiarazioni di Trump sono solo l’aspetto più evidente del degrado della politica occidentale. Per esempio, il Segretario generale della NATO – non eletto dal popolo – si esprime platealmente su scelte politiche che non gli competono. Nessuno protesta.
Si può ipotizzare che i militari abbiano assunto un ruolo eccessivo e crescente in Europa e in USA? Non si dovrebbe prestare attenzione per tempo a questa deriva militarista? Perché la sinistra italiana e il PD non protestano per il conflitto di interessi del Ministro Crosetto mentre solleva un pandemonio per l’avventura amorosa del Ministro Sangiuliano?
Spetterebbe ai rappresentanti politici degli Stati contenere il presenzialismo di Rutte. Ma evidentemente l’ex Primo ministro olandese può agire in questo modo perché sostenuto da poteri che non appaiono. Il Segretario della NATO dovrebbe atteggiarsi come chi prende ordini. Invece, invita nel lusso in Olanda i rappresentanti politici e assume la stessa visibilità di un capo di Stato. Ed è veramente osceno vedere l’opulenza esibita e i sorrisi compiaciuti mentre si parla di genicidio, guerra e ulteriori guerre.
È lui che dovrebbe l’invitato a un consesso in cui riveste un ruolo secondario. I rappresentanti degli Stati accettano supinamente questa mancanza di rispetto e violazione del protocollo sostanziale. Anche l’atteggiamento cameratesco e non formale dei leader occidentali costituisce una reiterata caduta di stile da basso impero. Trump non fa altro che esagerare quello che tutti gli altri già fanno e hanno fatto.
La volgarità di costoro è di per sé un oltraggio alla democrazia e alle istituzioni. Meloni – di cui ho sempre apprezzato l’estrazione popolare – si trova a proprio agio in un contesto che ha perduto ogni solennità formale.
Gli atteggiamenti volgari e le contraddizioni ripetute di questi presunti leader – formalmente eletti dal popolo – lasciano pensare che essi sono marionette guidate da altri poteri. E tra questi i militari in particolare.
I rappresentanti dei Paesi che combattiamo e disprezziamo dimostrano una compostezza e un rigore formale che dà fiducia ai popoli!
A cosa serve un esercito europeo se non ad attaccare la Russia e a proseguire una politica imperialista? Che interesse ha la Russia a invadere l’Europa? Piuttosto domandiamoci quale interesse abbia l’Europa di appropriarsi delle risorse russe!
Perché cercare ancora di trasferire competenze – tra cui quelle militari – a un livello in cui il controllo democratico e popolare si fa sempre più lontano e problematico?
Lo slogan dovrebbe essere “meno Europa”, “meno armi”, “più cooperazione economica” con la Russia, la Cina, l’Iran e con tutti da condurre come singoli Stati e non come Europa. Dove passano le merci, non passano le armi. Le sanzioni danneggiano tutti e portano alla guerra.
* già Docente di Geografia Politica e Urbana, Johns Hopkins University, Baltimora, Componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio
 
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