 |
Vittime di tortura: giornata mondiale è beffa, con tante vittime a Gaza
di Rita Newton
Il 26 giugno si celebra la Giornata mondiale per le vittime di tortura, che purtroppo ancora esistono nella nostra epoca, anzi con il trattamento inferto ai palestinesi di gaza ha raggiunto nuovi abissi animaleschi e una normalizzazione che può generare solo sdegno.
Parlo della discussione alla Knesset tesa a stabilire se la sodomizzazione con bastoni elettrici fosse somministrabile ei prigionieri palestinesi.
Va considerato che, oltre ad essere oggettivamente un trattamento disumano e degradante, la sodomizzazione è usata sui musulmani in quanto la sodomia è vietata dalla loro religione.
E infatti, oltre a stupri di gruppo su prigionieri uomini, sono stati usati anche ortaggi rivestiti di sangue di maiale, animale considerato impuro dagli islamici.
Altro strumento di tortura sono i cani, aizzati contro i prigionieri per impaurirli e ferirli.
Costoro sono quindi riusciti a smentire anche Emil Cioran, secondo il quale "Al contrario degli altri secoli, che praticarono la tortura con negligenza, questo, più esigente, vi apporta uno scrupolo di purezza e di rigore che onora la nostra crudeltà".
Tale considerazione si riferiva a alcune agenzie mondiali - anche occidentali - che studiavano tecniche di tortura che sfidano in scientificità le barbarie perpetrate nei secoli passati, come ad es il waterboarding, usato tristemente nel periodo del terrore successivo all'attentato alle torri gemelle.
Come dimenticare lo scandalo di Abu Ghraib, quando ancora ci si indignava e si facevano inchieste su tali comportamenti indegni che i soldati responsabili immortalarono pure fotografandosi mentre infierivano sui prigionieri inermi?
A suo tempo la CIA si rese responsabile di rapimenti di presunti terroristi (che poi in alcuni casi acclarati si rivelarono non essere tali ma perfettamente estranei al terrorismo, per poi portarli in volo verso luoghi come la Siria, dove venivano torturati.
All'epoca ricordo bene lo sdegno del parlamento europeo e del Consiglio d'Europa che indagarono sulla vicenda denunciando e verbalizzando tutto l'accaduto, perché l'Osservatorio fu parte di questa opera di documentazione e denuncia.
Ora dove sono finiti quei rappresentati europei? Quelli attuali si riempiono la bocca di slogan europeisti ma vantano amicizie con i torturatori. E in Italia ci sentiamo dire dalla presidente del Consiglio che il reato di tortura rende difficile il lavoro delle forze dell'Ordine, dove le forze dell'ordine dovrebbero sentirsi offese, perché è una sorta di ammissione.
E tutto questo nonostante l'articolo 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, promulgata - non a caso - nel 1948, reciti: "Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti".
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|