 |
Chris Hedges: Un giorno saremo tutti palestinesi
di Rossella Ahmad
Per molte persone, anche intelligenti e culturalmente vivaci, gli eventi sono una serie di compartimenti stagni, separati e slegati gli uni dagli altri.
Questo concetto ricorre spesso nel discorso pubblico, comunque. "Vabbè l'Iran, ma adesso non dimentichiamoci di Gaza". Oppure, pronunciata ad un metro dal mio orecchio qualche giorno fa, "che ognuno combatta le sue battaglie".
Ritengo che questo sia il modo più errato non solo di approcciarsi agli eventi, ma anche di contrastarli. L'ho detto molto spesso, lo ripeto ancora: tutto ciò che accade segue un filo rosso, ed ogni evento è legato a quello precedente ed a quello successivo.
Quando parlo di Iran parlo di Gaza, quando parlo di islam in realtà sto parlando di Gaza,
E quando parlo di Siria, di Libano, di Giordania e di Arabia Saudita anche allora parlo di Gaza.
Persino quando parlo di Ucraina parlo di Gaza.
Perché tutto ciò che è accaduto, accade ed accadrà riporta inevitabilmente alla Palestina ed alla sua Resistenza ad Israele.
È quello il punto focale, da cui dipende tutto il resto.
L' enorme e reiterata ingiustizia commessa dai poteri coloniali occidentali contro il popolo palestinese fisicamente - ma moralmente contro l'intera nazione arabo/islamica - ha generato un nocciolo di resistenza nel cuore del Medioriente, che non si rassegna ad uno status quo imposto con la violenza delle armi e della prevaricazione.
Che vorrebbe la risoluzione della questione palestinese attraverso l'implementazione della giustizia e della legalità internazionale. Che tende la mano in qualsiasi maniera possibile ad un popolo devastato in ogni suo aspetto - tranne quello morale - perché vorrebbe impedirne la dissoluzione.
Perché così si fa. Perché è un imperativo categorico a cui nessuno, tantomeno un arabo ed un islamico, potrebbe e dovrebbe sottrarsi. Ancor più in tempi di genocidio, nel momento in cui è l'intera comunità dei viventi a chiedere che una forza qualsivoglia si frapponga tra le vittime ed i carnefici. Ed in cui è proprio la legge internazionale a conferire validità ad ogni azione di resistenza che miri a disarmare la mano dell'oppressore, il genocida di tutte le resistenze.
Ma c'è un piano trentennale da realizzare. Si chiama Nuovo Secolo Americano, tuttavia il suo centro nevralgico e direi esoterico non è a Washington. Esso prevede l'annientamento propedeutico manu militari di qualsiasi forza vi si opponga, ed ha ottenuto da tempi assai lontani l'adesione di tutte le cosiddette élite mondiali, comprese quelle arabe ed islamiche.
Per quale dannato motivo, se non questo, esse avrebbero sfidato, con la noncuranza del tiranno, le proprie pubbliche opinioni, continuando ad appoggiare le nefandezze sempre più macroscopiche, le violazioni sempre più enormi della legge internazionale da parte di uno stato con la dimensioni di uno sputo?
Le altre sacche di Resistenza le conoscete tutti, non c'è bisogno di elencarle. Sono state, in tempi ed in modi diversi, tutte colpite, demonizzate, diffamate, provocate, istigate, e talvolta sventrate, dall'impero.
Se si comprende ciò, si comprende anche che non ha senso slegare gli eventi e/o guardarli attraverso le lenti offuscate del proprio pregiudizio culturale.
Lunga vita anzi a chiunque si ribelli e faccia resistenza come può, costituendo il granello di sabbia in grado di sabotare l'ingranaggio.
Le parole di Chris Hedges, premio Pulitzer per il giornalismo, sono oltremodo chiare e meriterebbero maggiore riflessione da parte del cosiddetto dissenso, sempre pronto ad incepparsi dinanzi a questioni di lana caprina:
"Se il genocidio di Gaza non verrà fermato, sarà presagio di un Nuovo Ordine Mondiale. Un mondo in cui le vecchie regole non avranno più alcuna importanza. Sarà un mondo in cui le nazioni dalla grande struttura burocratica e con sistemi militari tecnologicamente avanzati porteranno a termine, senza nascondersi, massicci progetti di sterminio. Le nazioni industrializzate, indebolite, temendo il caos globale, invieranno, al sud del mondo e a chiunque osi pensare di ribellarsi, un ignominioso messaggio: Vi uccideremo senza alcun freno e nessuno ci fermerà. Un giorno saremo tutti palestinesi".
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|