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Vittime di mafia: Salvatore
di Pino Maniaci
Gli avevano incendiato un escavatore e poi cercarono di colpire direttamente lui e la sua famiglia, dando alle fiamme la porta di casa sua. Ma Salvatore Bennici continuò onestamente a svolgere il suo mestiere, senza scendere a compromessi con la mafia.
Era un imprenditore edile di Licata e da poco si era aggiudicato l'appalto per dei lavori sull'acquedotto di Palma di Montechiaro. Un affare che faceva gola ai mafiosi, che intimarono a Salvatore di lasciar perdere, di farsi da parte perché era "cosa loro".
Ma lui andò avanti, denunciando ogni tipo di minaccia e rifiutandosi di pagare il pizzo. Un affronto vero e proprio per le cosche, che decisero di punirlo con una esecuzione esemplare.
Il 25 giugno 1994, come ogni mattina, Bennici arrivò nel suo cantiere di Licata. Non sapeva che ad attenderli c'erano due killer incappucciati, che lo uccisero con quattro colpi di pistola: due alla testa e due al torace, davanti agli occhi del figlio Vincenzo che si trovava con lui.
Oggi, probabilmente, non leggerete questa storia altrove. Ma la memoria non possiamo cancellarla.
 
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