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UE su Gaza fa poco e in ritardo
di Paolo Mossetti
I ministri degli Esteri dell’UE si sono limitati a «prendere atto» della violazione sistematica dei diritti umani nei Territori occupati, evitando qualsiasi misura sanzionatoria.
«Non vogliamo punire Israele, ma migliorare le condizioni di vita a Gaza», dice l'alto rappresentante per la politica estera dell'UE, Kaja Kallas.
Dopo anni di denunce da parte di ONG internazionali, relatori ONU, accademici e giuristi, la Commissione europea riconosce finalmente ciò che era sotto gli occhi di tutti: Israele viola sistematicamente i diritti umani nei territori occupati, contravvenendo all’articolo 2 dell’Accordo di associazione UE-Israele.
Ma questa evidenza non basta a scalfire i gruppi di pressione a Bruxelle e gli automatismi geopolitici.
Spiega Kallas: «Contatteremo Israele per presentare le nostre conclusioni e guardare come possiamo migliorare la situazione sul terreno... Se la situazione non migliorerà, potremo discutere ulteriori misure e tornare su questo in luglio».
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