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Fame come arma di guerra o di genocidio?
di Roberto De Vogli *
La fame come arma di guerra o di genocidio? L’impunità di Israele e il fallimento morale dell’Occidente.
Più di un anno fa, un editoriale su The Lancet intitolato "La fame come arma di guerra deve finire" spiegava:
«Man mano che le guerre peggiorano e lasciano cicatrici profonde sulla coscienza morale della comunità internazionale, i leader della sanità devono sottolineare l’importanza dei diritti umani nella protezione delle popolazioni vulnerabili e innocenti nelle zone di conflitto. L’uso della fame come arma di guerra è un crimine che deve essere perseguito e punito per proteggere il diritto più fondamentale di tutti: la dignità umana.»
Più di un anno di appelli ripetuti per fermare questi crimini contro civili innocenti sono rimasti inascoltati.
Inoltre, il termine "fame come arma di guerra" è profondamente fuorviante.
A Gaza non c’è una guerra.
Quello che sta accadendo è una pulizia etnica condotta da un esercito fuorilegge e da uno Stato che ha trasformato il diritto internazionale in una farsa.
Israele continua a usare la fame come arma di genocidio, non di guerra. E ancora non ci sono sanzioni né azioni concrete da parte dell’Occidente democratico.
Per quanto tempo durerà l’impunità di Israele? Fino a quando tutti i bambini di Gaza moriranno di fame?
* Professore presso l'Università di Padova e Visiting Professor University of London
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