E se il prossimo vincitore non fosse il solito?
di Andrea Zhok *

Ieri Israele ha assassinato Ali Bakhoi Kathrimi, scienziato nucleare iraniano, ucciso insieme alla moglie e ai suoi due bambini. Si tratta, stando alla macabra conta prodotta dall'IDF, del quattordicesimo scienziato nucleare iraniano ad essere assassinato.

In quasi tutti i casi gli omicidi sono avvenuti in ambiente domestico o per strada, e nella metà circa dei casi sono stati coinvolti altri membri delle loro famiglie.

C'è, ne sono consapevole, una parte della popolazione che di fronte a questi fatti si frega le mani compiaciuta, anzi entusiasta, per l'efficienza letale israeliana.

D'altro canto dopo due generazioni occidentali cresciute avendo come eroi audiovisivi assassini su commissione, reduci spostati delle forze speciali e serial killer, non c'è poi molto di cui stupirsi.

Ma vista l'assoluta incapacità cognitiva del teledipendente occidentale medio di mettersi nelle scarpe altrui, un paragone può essere utile.

Supponiamo - cosa per cui al momento esistono zero argomenti - che tutti questi scienziati fossero davvero coinvolti non in un progetto nucleare civile, ma nella creazione di un ordigno nucleare bellico. Bene, in tal caso quello che stavano facendo è simile a quello che fecero i celebrati protagonisti del "progetto Manhattan" tra il 1942 e il 1946.

Ecco, ora immaginate che Reinhard Heydrich, su ordine del Führer, avesse inviato assassini specializzati (ci sapeva fare anche lui, eh?) a uccidere Albert Einstein, Robert Oppenheimer, Leo Szilard, Hans Bethe, Enrico Fermi, Eugen Wigner, James Franck, ecc. ecc.; se capitava, con le rispettive famiglie.

Probabilmente oggi avremmo un capitolo apposito nei libri di storia, per descrivere la mostruosa callosità, la repellente perfidia cui può pervenire il Male Assoluto.

Ma che dico?

L'Occidente è il Bene, e quando vince e scrive la storia, lo è ancora di più.

E Israele è l'unica democrazia del Medio Oriente.

E l'IDF è l'esercito più morale del mondo.

E quando i Buoni assassinano i Cattivi, beh, se la sono voluta, no?

Solo pregate che un giorno la nostra storia non venga scritta da un vincitore diverso da quello cui siamo abituati.

* Professore associato Università degli Studi di Milano

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