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21 giugno 2025
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Israele più danneggiata di quanto sembri e rischia guerra di mesi
di Marilina Mazzaferro

Secondo il colonnello statunitense Douglas Macgregor, almeno un terzo di Tel Aviv sarebbe stata danneggiata o distrutta dai lanci di missili iraniani.

Un missile iraniano ha colpito fra gli altri un edificio nella città bassa di Haifa questa mattina, causando ingenti danni alle strade circostanti, ai negozi e alle strutture vicine entro un raggio di diverse centinaia di metri. L'attacco ha lasciato scene di devastazione nella zona.

Il sindaco di Haifa, Yona Yahav, ha dichiarato al quotidiano israeliano Davar che, sebbene i lavori di ricostruzione siano iniziati, i danni visibili rimangono estesi, affermando: "Qui non c'è nulla di protetto. La gente è spaventata, e a ragione. Potremo iniziare una vera ripresa solo una volta terminato questo scontro".

Yahav ha osservato che le squadre comunali stanno gradualmente lavorando per ripristinare la normalità nelle strade, ma l'assenza più evidente rimane quella dei residenti, che di solito affollano la zona il sabato, con solo una manciata di persone che si presentano nei bar e nei negozi riaperti con cautela.

Il giornale ha riportato che il missile iraniano ha colpito una zona altamente sensibile che ospita diversi edifici governativi e la sede dell'Ambasciata svizzera.

Mentre i timori tra i coloni aumentano, stanno emergendo crescenti richieste per un piano di emergenza completo per riabilitare gli insediamenti danneggiati e affrontare il trauma sia psicologico che fisico subito dai residenti, tra le crescenti preoccupazioni che il recente attacco possa segnare solo l'inizio di una situazione di sicurezza più ampia e instabile nel prossimo periodo.

Alcuni analisti israeliani ritengono che l'obiettivo di Tel Aviv di rovesciare il governo iraniano sia improbabile, altri che la guerra potrebbe continuare per molti mesi, contrariamente alla convinzione iniziale che sarebbe stata una guerra lampo.

Mac Gregor ha spiegato che "Lo stato ebraico è entrato in guerra contro l'Iran nella speranza che gli Stati Uniti lo salvassero. È stato il suo errore più grave".

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